Disoccupazione: il trend italiano migliora

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Disoccupazione in calo in Italia?

In valori assoluti non c’è confronto: la percentuale di disoccupati in Germania è ancora la metà di quella italiana.

Germania 5% in Italia 10.3%.

Per l’Italia però il dato ha battuto le attese poste a 10.6% e fatto meglio anche del precedente 10.5%.

In Germania invece il 5% si è confermato in linea con le attese accompagnato da un calo dei disoccupati di solo 2k rispetto a un consensus posto a -11k.

Vediamo in tutto riassunto in tabella

Tabella dati

    Variazione della disoccupazione in Germania (Gen) -2K -11K -14K
    Tasso di disoccupazione tedesco (Gen) 5,0% 5,00% 5,0%
    Disoccupazione in Germania (Gen) 2,263M   2,265M
    Disoccupazione in Germania, dato non destagionalizzato (Gen) 2,406M   2,210M
    Tasso mensile di disoccupazione italiano (Dic) 10,3% 10,6% 10,5%

Disoccupazione tedesca in potenziale aumento

Se il dato generico sulla disoccupazione tedesca risulta in linea con le attese non altrettanto si può dire per il dato destagionalizzato.

Abbiamo un 2.406M che significa una quasi +10% rispetto alla precedente rilevazione fermatasi a 2.210M.

La Germania dunque e la sua economia, nonostante una politica BCE e UE chiaramente a marchio teutone, iniziano a soffrire ed a presentare chiari sintomi di un rallentamento economico corposo.

Il macigno Deutsche Bank

A fianco dei dati macroeconomici sempre meno brillanti la Germania deve anche fare fronte al macigno di crediti inesigibili (NPL) accumulata da Deutsche Bank.

Montagna di insoluti aggravata dal fatto che Deutsche Bank ha a sua volta creato denaro e quindi concesso nuovo credito mettendo a leva crediti già di per sé inesigibili .

Una spirale perversa che ha portato DB ad accumulare NPL per ben 16 volte il valore del PIL annuale tedesco.

Sono assolutamente convinto che il ritrovato approccio morbido di Draghi e della BCE abbia una stretta correlazione con le problematiche tedesche, a cominciare da Deutsche Bank, da sempre punto di riferimento privilegiato delle politiche di BCE ed UE.

L’unico vantaggio è che comunque questo approccio se non espansivo (almeno per il momento) più malleabile studiato per la Germania porterà finalmente benefici anche agli altri paesi membri dell’UE.

Approfondimento

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