Discesa dei mercati: allarme rosso!

ProiezionidiBorsa

Discesa dei mercati: cosa potrebbe accadere da ora in poi?

Nell’articolo di Venerdì, in mattinata, avevo evidenziato un elemento che, a mio avviso, era assolutamente da non sottovalutare: il rilievo di una stima al ribasso dei risultati societari, tra gli elementi che peraltro hanno indotto la Fed ad un cambiamento di view e di politica monetaria.

A fronte di un atteggiamento dovish della politica monetaria, che spesso influenza anche i tassi a breve del comparto obbligazionario sulle scadenze più ravvicinate, queste ultime avrebbero dovuto calmierarsi quanto a rendimenti.

Invece proprio nella giornata di venerdì le scadenze dei bond americani più a breve termine, hanno superato i rendimenti dei bond decennali.

Discesa dei mercati: i motivi

Ecco, quindi, verificarsi le conseguenze di quanto previsto al mattino.

Già da tempo la curva dei rendimenti USA era negativamente inclinata su parte significativa delle sue scadenze, ed avevamo previsto, vista la discesa dell’inclinazione rialzista sui tratti rimasti crescenti, che anche alcuni di questi sarebbero divenuti negativi, anche sulle scadenze a breve rispetto al decennale.

Questo segnale è ora intervenuto.

La risalita dei rendimenti a breve termine al di sopra di quelli decennali è evento particolarmente raro, e nelle precedenti volte che si è verificato, l’economia è entrata in recessione.

Il seguente grafico, tratto dall’ufficio studi de Il sole 24 ore, aiuta a comprendere la valenza di questo segnale.

Curva dei rendimenti tre mesi e 10 anni

Notiamo che si tratta effettivamente di un segnale raro e particolarmente affidabile.

Discesa dei mercati e recessione

Mediamente, l’economia USA è entrata in recessione entro 18 mesi dalla sua formazione.

Ma è anche da sottolineare, aspetto che a noi importa maggiormente, che si è formato poco prima o in coincidenza con i massimi di borsa di lungo termine, come nel 2000 e nel 2007.

Poi notiamo che ora, per la prima volta dal 2007, il segnale si sta ripetendo.

Questa circostanza, quindi, ha innervosito tutti gli operatori che seguono segnali macroeconomici e di lungo termine sulle borse.

Applicando le statistiche che lo riguardano, notiamo peraltro che tutto parrebbe quadrare nelle dinamiche di borsa a partire dagli ultimi mesi del 2018.

L’economia USA dovrebbe entrare in recessione tra circa 18 mesi, quindi tra settembre ed ottobre del 2020.

Ma, come noto, a sua volta le borse anticipano l’economia di circa 18/24 mesi.

Il massimo di ottobre 2018 si colloca, non a caso, a 24 mesi di distanza rispetto all’ottobre 2020.

Discesa dei mercati e curve dei rendimenti. Conclusioni

Ed in questi giorni, il possibile massimo che si potrebbe formare, se vogliamo una sorta di doppio massimo, rispetto al massimo di ottobre 2018 (in quanto a meno del 3 per cento di distanza), si colloca 18 mesi prima del settembre 2020.

Tutto pare quindi combaciare, in termini di tempistiche e dinamiche economiche e di borsa, con quanto verificatosi le precedenti volte che il segnale è intervenuto.

A livello di analisi tecnica di lungo termine servirebbero ancora alcune conferme, sui mercati USA, ma a livello ciclico, come già indicato in pregresse analisi, invece i segnali sia relativi al ciclo di lungo, che ad alcuni cicli di medio, paiono convergere verso la conferma del massimo di ottobre come massimo di lungo termine.

Altra questione è se la fase che attende i mercati assumerà connotati marcatamente direzionali, piuttosto che lateralizzanti, anche a fronte di possibili interventi delle banche centrali.

Una cosa direi che è molto probabile, se non proprio certa al 100 per cento:

l’economia USA pare destinata, in base ai segnali del mercato obbligazionario, ad una fase recessiva entro i prossimi 18 mesi.

Vedremo come la prenderanno i mercati.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT
Altri articoli di Gian Piero Turletti

Consigliati per te