Dimon: reazioni esagerate dai mercati

ProiezionidiBorsa

L’S&P ha registrato guadagni in cinque delle ultime sei sessioni di trading. Ed è in positivo nelle ultime tre sedute di trading.

Indice dei contenuti

L’ottimismo di Dimon

Tanto da spingere Jamie Dimon, amministratore delegato di JP Morgan Chase a considerare eccessiva la reazione dei mercati azionari. Un crollo che ha coinvolto, nei giorni scorsi, anche il settore degli obbligazionari. In particolare Dimon ha una sua speciale interpretazione su quanto avvenuto. Secondo lui le tante luci lampeggianti devono essere viste più come una reazione alle paure di una recessione e non come segnali effettivi dell’arrivo della recessione stessa. Una reazione che, per quanto razionale, è stata comunque eccessiva. Unica scusante: l’effettiva complessità delle tante questioni che si presentano davanti agli investitori.

I tanti problemi

Questioni che, peraltro, risultano essere anche incerte. Un esempio è proprio la guerra dei dazi tra Usa e Cina. Sebbene entrambe le delegazioni abbiano manifestato ottimismo, è innegabile che il tempo a disposizione è molto poco. Soprattutto se si pensa alle divergenze estreme in maniera, ad esempio, di quello che il presidente Usa Donald Trump non ha esitato a chiamare “spionaggio tecnologico”. Intanto i negoziatori statunitensi hanno fatto sapere che durante gli incontri, si è discusso di necessari cambiamenti strutturali in Cina.

Le prospettive

Sul tavolo delle trattative, come detto più volte, la proprietà intellettuale e “l’impegno della Cina ad acquistare una considerevole quantità di prodotti agricoli, energetici, manufatti e altri prodotti e servizi dagli Stati Uniti”.

Tornando invece alla view di Dimon, il numero uno di JP Morgan non esprime nessuna preoccupazione sul credito al consumo. I debiti delle carte di credito, complice anche l’ottima performance del mondo del lavoro, saranno rimborsati dai consumatori.

E per il 2019?

Una crescita statunitense più che buona che rassicurerà i mercati. In molti lo sperano visto che l’S&P 500 ha registrato il peggior dicembre dalla Grande Depressione, perdendo quasi il 9% e recuperando, fino a ieri, solo il 2%.  Insomma a quanto pare il più grande listino al mondo è in un momento decisivo. Erin Gibbs, Global Portfolio Manager di S&P, ritiene che l’S&P possa raggiungere il +10% entro la fine dell’anno. Tradotto in numeri: circa 2.831 punti. A suo dire ci sarebbero ancora “un paio di ostacoli” all’interno di un “ambiente di crescita in fase calante”. Ma pur non essendo euforico e senza attendersi grandi ritorni, la sua view resta pur sempre rialzista.

 

Consigliati per te