Diffida ad Autostrade: sospensione dei costi di pedaggio?

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Un focus sul tema della diffida ad Autostrade: sospensione dei costi di pedaggio

E’ giusto di qualche giorno fa la lettera di diffida inviata ad “Autostrade per l’Italia Spa”. Lettera spedita, per conoscenza, anche al Ministero dei Trasporti e all’Autorità di regolazione dei trasporti. Autostrade per l’Italia Spa (ASPI) è infatti titolare della concessione per la costruzione e gestione di determinate tratte sui cui sono stati accesi i riflettori. Vediamo quindi di saperne di più in merito alla diffida ad Autostrade. Sospensione dei costi di pedaggio.

Le tratte interessate

La suddetta diffida è del 6 luglio 2020 e porta la firma dell’associazione indipendente di consumatori “Altroconsumo”. Sin dalle premesse, la diffidante individua specifiche tratte autostradali interessate dalla questione che si andrà a sviscerare. L’elenco inizia con l’A1 Milano-Napoli (di 803,5 km), A7 Serravalle-Genova (di 50 Km), A8 Milano-Varese (di 45,3 km), A9 Lainate-Como (di 32,4 km), A13 Bologna-Padova (di 127,3 km).

Seguono poi: l’A11 Firenze-Pisa (di 81,7 km), A16 Napoli-Canosa (di 172,3 km), A14 Bologna-Taranto compresa diramazione per Ravenna, (di 781,4 km), A26 Genova Voltri-Gravellona Toce (di 244,9 km), A27 Belluno Venezia (di 82,2 km).

I fatti contestati

Ciò che si contesta ad Autostrade è la violazione degli impegni assunti nella convenzione di concessione.  Concessione con la quale, prosegue la diffida, si mira a “regolare l’affidamento dei servizi di mobilità autostradale, ma soprattutto i livelli di qualità del servizio reso all’utenza e i relativi obblighi informativi”. In particolare, “Altroconsumo” mette a fuoco: “il procrastinarsi sine die delle opere di manutenzione avviate anche riguardanti la sicurezza autostradale, su ampie parti dell’infrastruttura”. Ma anche “la mancata segnalazione dei cantieri, l’inosservanza dei criteri di programmazione delle opere e degli standard d’informativa all’utenza”.

Un insieme di cose che, è sempre Altroconsumo a scrivere, “allo stato compromettono la fruibilità dell’infrastruttura autostradale, attestandosi i livelli dei servizi prestati al di sotto della soglia di tollerabilità. E ciò a discapito della sicurezza dei consumatori dei tempi di percorrenza che si allungano a dismisura, provocando disagi anche economici”. Gli utenti in buona sostanza, viene detto a chiare note, “hanno pagato un servizio del quale di fatto si trovano ad essere privati”.

Le richieste della diffida

Le richieste fatte da “Altroconsumo” si muovono, sostanzialmente, in una triplice direzione. Vale a dire, in primis, si chiede l’immediata cessazione dei comportamenti lesivi degli interessi dei consumatori e degli utenti. Al contempo, si chiede l’adozione di misure idonee a coreggere o eliminare, alla radice, gli effetti dannosi delle suddette violazioni.

E qui veniamo al punto, forse, di maggiore e attuale interesse per i consumatori. Vale a dire “Altroconsumo” , di concerto con l’amministrazione pubblica competente, chiede di disporre l’esenzione degli utenti dal pagamento del pedaggio. Vale a dire, dei costi dovuti per l’utilizzo delle tratte coinvolte dal peggioramento dei servizi, di cui sopra. L’esenzione viene, peraltro, chiesta con effetti immediati e fino all’avvenuto ripristino delle normali condizioni di viabilità delle tratte medesime.

Diffida ad Autostrade: sospensione dei costi di pedaggio

La palla ora passa ad Autostrade, la quale ha tempo 15 giorni dalla ricezione per prendere una posizione. Va da sé che, in caso di inutile decorso del suddetto termine, “Altroconsumo” ha già preannunciato che si vedrà costretta, suo malgrado, a procedere nelle competenti sedi giudiziarie, al fine di tutelare i diritti e gli interessi dei consumatori. Per cui, ora non resta che attendere la contromossa di Autostrade.

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