Di nuovo la patrimoniale, in attesa milioni di italiani proprietari e non serve portare i soldi all’estero

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L’audizione di Banca d’Italia alle commissioni di Camera e Senato suscita una seria riflessione sull’impatto del cambiamento del nostro sistema di tassazione. Il riferimento odierno è di nuovo la patrimoniale, in attesa milioni di italiani proprietari e non serve portare i soldi all’estero. ProiezionidiBorsa ha trattato in un articolo recente, Chi ha più di 15.000 euro sul conto, per evitare la patrimoniale può portare i soldi all’estero?.

È bene chiarire che, sul punto riservato alla patrimoniale, il manager Ricotti di Via Nazionale ne descrive, per compiuta analisi, effetti positivi e negativi. Sembra, però che gli effetti positivi evidenziati siano coerenti con tutta l’intera trattazione e con i principi che la muovono. Vediamo perché.

Il punto di partenza sembra essere quello di una necessaria riforma del nostro sistema tributario che dovrà consentire la crescita e l’occupazione nel tempo. La strada, come indicato da Banca d’Italia non potrà essere l’aumento della pressione fiscale. La stessa già grava, in maniera diseguale, per coloro che rispettano le regole! Bisognerà, continua il Capo servizio di Palazzo Koch, prediligere forme che colpiscano consumi e ricchezza. (Aumento dell’iva? La riforma sembra esserci).

I punti salienti: equità, redistribuzione del carico fiscale e ricomposizione

Pertanto, se non è possibile aumentare il carico tributario quale potrà essere la soluzione? Diviene, a questo punto, necessaria una ricomposizione del prelievo fiscale. Cosa significa? In parole semplici bisognerà attuare la proporzionalità del prelievo rispetto alle base imponibile, ovvero i patrimoni. Volendo interpretare, patrimoni maggiori, tassazioni diverse e progressivamente maggiori.

Il riferimento palese nell’audizione, poi, sono gli immobili e la loro valutazione ai fini fiscali. Si richiama, nell’audizione, infatti, il carattere poco distorsivo della tassazione sui patrimoni immobiliari. Segnalando, poi, che il livello dei relativi prelievi fiscali in Italia è più basso di quello dei paesi Europei con stessa dimensione (Francia e Spagna).

Di nuovo la patrimoniale, in attesa milioni di italiani proprietari e non serve portare i soldi all’estero

Pertanto, il rischio fattivo è quello di una patrimoniale che passi dalla riforma del Catasto, sistema ormai desueto. Tra l’altro l’aumento delle rendite catastali o delle basi imponibili immobiliari, coniuga l’esigenza della riforma catastale con la redistribuzione del prelievo fiscale.

Una ipotesi, potrebbe essere quella di trasformare i vani in metri quadrati per avere una nuova classificazione. Ciò consentirebbe di avere lo stesso gettito di oltre 40 miliardi, ma si badi bene, ricomposto proporzionalmente ai valori reali dei patrimoni. Insomma con equità.

L’altro punto trattato apertamente è la tassazione sui patrimoni mobiliari. Il trasferimento all’estero o la fuga di capitali, non sembra essere un problema in virtù degli accordi di reciproca comunicazione per i paesi dell’area euro. Probabile l’estensione degli accordi di reciproca comunicazione oltre a Svizzera anche a paesi con fiscalità di vantaggio.

Attenzione, che oltre alla comunicazione, il passo successivo sarà avviare sistemi che possano bloccare le somme anche su conti esteri. Perciò si pensa di nuovo alla patrimoniale, in attesa milioni di italiani proprietari e non serve portare i soldi all’estero.

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