Deutsche Bank tenta l’auto-pulitura

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Delle difficoltà di Deutsche Bank si è più volte parlato in queste pagine.

Il colosso bancario tedesco ha immagazzinato carta straccia, leggasi cartolarizzazioni di no profit loan, per l’equivalente di miliardi.

Un n volte il PIL tedesco da paura.

E così venne realizzata una prima bad bank per scaricarglieli dentro.

Come se prima o poi qualcuno non dovrà pagarne il conto…ma tant’è… così è andata…

L’unica cosa che possiamo auspicare, visto come a Londra, a suon di sterline, hanno tenuto in piedi la bad bank di Barclays, è che non abbiano in mente di fare la stessa cosa per Deutsche Bank con euro fior di conio…

Anche perché l’euro non è di proprietà tedesca… o no?

Trading kaputt: necessaria una seconda bad bank

Non contenti dei disastri compiuti nel credito (peraltro in buona compagnia i tedeschi hanno completato l’opera con disastrose operazioni di trading tanto da annunciare pochi giorni fa la nascita di una seconda bad bank.

Ma anche questo non è bastato…

Un piano di ristrutturazione lacrime e sangue

Infatti Deutsche Bank ha comunicato dopo il CDA del 7 luglio l’intenzione di realizzare un piano di ristrutturazione profonda.

Quindi oltre alla seconda bad bank da oltre 70 miliardi di asset ad alto rischio si prevede il taglio di ben 18.000 posti di lavoro!

Il CDA ha calcolato un risparmio di circa 6 miliardi di euro

Viene detto che queste misure si sono rese necessarie e in misura così aspra anche a causa della mancata fusione con Commerzbank.

Personalmente nutro seri dubbi al riguardo visto che anche l’altro colosso bancario tedesco naviga in acque agitatissime da tempo.

Subito dopo il CDA un squadra di tagliatori di teste si è messa al lavoro per individuare le risorse da licenziare.
Si è iniziato tagliando in toto il  team dell’azionario sul Giappone e altri staff sempre dell’area asiatica.

Previste ancora perdite

Per calmierare i mercati che comunque, come sempre in questi casi mostrano tristemente di apprezzare…, si sono messe le mani avanti sulle aspettative di bilancio.

Ci si attende infatti una seconda trimestrale 2019 pesantissima: con una perdita di quasi tre miliardi.

Le dismissioni sul settore equity avvenute in Asia anticipano soltanto quello che è il progetto di un abbandono totale del segmento trading per tornare a concentrarsi sul business tipico della banca.

Con queste mosse si conta di recuperare il credito dei mercati, degli investitori e della clientela.

Ben difficile sarà recuperare la fiducia e la stima di 18.000 famiglie…

Approfondimento

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