Demansionamento, lavoro nero e altre ingiustizie sul lavoro. Cosa fare per essere tutelati?

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Demansionamento, lavoro nero e altre ingiustizie sul lavoro. Cosa fare per essere tutelati?

Se siete lavoratori dipendenti e il vostro capo ha provato a fare il furbo svicolando le regole, non temete! Avete chi vi tutela.
Cosa fare, quindi, in caso di demansionamento, lavoro nero e altre ingiustizie sul lavoro? Vediamo innanzitutto che cosa significa ognuna di queste categorie di infrazione.

Demansionamento

Il demansionamento significa che il vostro datore di lavoro vi ha fatto un contratto per svolgere una certa mansione. Ma in realtà voi facevate tutt’altro. Ad esempio, se il contratto dice che siete assunti come collaboratore domestico, non vi può essere richiesto di svolgere lavori di idraulico. O qualsiasi altra cosa che non rientri nelle mansioni di un collaboratore domestico.

Lavoro nero

Per lavoro nero (o lavoro “in nero”) si intende una prestazione lavorativa svolta e pagata, senza l’esistenza di un contratto tra le parti. Il lavoro nero è purtroppo molto diffuso quando si parla di lavoratori stranieri o giovani. Braccianti agricoli e settore ristorazione, tra le categorie più interessate. Per gli stranieri senza documenti, la regolarizzazione del rapporto di lavoro in nero è possibile grazie al decreto Bellanova. Per il datore di lavoro che richiede la regolarizzazione del lavoratore non in regola, secondo il decreto, non ci saranno conseguenze legali.

Altre ingiustizie sul lavoro

Sapete che non possono esserci telecamere di videosorveglianza nel luogo ove si svolge il vostro lavoro? Parliamo ad esempio delle cucine dei ristoranti. La videosorveglianza è concessa nell’area di cambio turno, dove si timbra il cartellino. Ma non in spogliatoi e zone dedicate allo svolgimento delle mansioni previste dal contratto. In ogni caso, la presenza di videosorveglianza deve essere segnalata al lavoratore. L’installazione deve avvenire previa autorizzazione dell’ispettorato del lavoro competente o accordo sindacale.

Mancata retribuzione della tredicesima/quattordicesima. Mancato pagamento del TFR. Straordinari non pagati. Pause e riposi non rispettati. Sono tutte ingiustizie che vanno assolutamente segnalate.

Cosa fare per essere tutelati?

Ma cosa può fare il lavoratore per tutelarsi? Cominciamo col dire che non è necessario essere lavoratori dipendenti per accedere a questo tipo di tutele. Non importa che contratto avete, se avete subìto un’ingiustizia contrattuale, rivolgetevi all’ispettorato del lavoro.

In periodo di coronavirus, vi sconsigliamo di recarvi direttamente agli uffici. Cercate il numero su internet e prendete prima un appuntamento, se proprio necessitate di parlare con qualcuno faccia a faccia. Oppure rivolgetevi direttamente all’ufficio vertenze del sindacato a cui siete iscritti. Contatteranno loro l’ispettorato. Se non siete iscritti ad un sindacato, potete comunque rivolgervi a loro e fare la tessera o meno. Altrimenti, seguite questi passaggi.

Per prima cosa, se non siete stati licenziati, date le dimissioni per giusta causa. Non vi impedirà di ottenere la disoccupazione, se vorrete chiederla.

Sul sito internet dell’ispettorato della zona in cui lavorate, troverete questo modulo da compilare. Una volta firmato, inviatelo per posta o PEC. Sconsigliamo l’email normale perché rischiate che si perda. Con la PEC andate sul sicuro, visto che vi verrà recapitata la conferma di ricezione della vostra richiesta.

Insieme al modulo, è necessario inviare alcuni allegati. Non dimenticatevi il documento d’identità o la vostra richiesta non verrà presa in considerazione!
Allegate qualsiasi cosa che possa supportare la vostra richiesta. Email, chat come WhatsApp e Telegram sono ammesse. Video, foto, messaggi vocali, tutto ciò che dimostri il lavoro effettivamente svolto. Importante dimostrare anche la volontà del vostro datore di lavoro di non riconoscerlo adeguatamente.

Una volta inviata la richiesta di intervento ispettivo, non vi rimane che attendere. Segnatevi il numero di protocollo della vostra richiesta per ogni evenienza. In questo periodo di pandemia vedrete che le pratiche andranno un po’ a rilento. Ma normalmente cause del genere si esauriscono abbastanza in fretta.

Le conseguenze

Se l’ispettorato darà ragione al lavoratore, il risarcimento implica il riconoscimento delle effettive mansioni svolte. E ovviamente il giusto pagamento.

Per i datori di lavoro che non rispettano le regole, le conseguenze possono essere anche importanti. Non solo il risarcimento del danno e il pagamento delle mansioni effettivamente svolte. Nei casi di sfruttamento più gravi, si rischia di dover chiudere l’attività e di sfociare nel penale.

Attenzione perciò quando si stipula un contratto di lavoro. I rapporti di forza possono venire rovesciati se non si rispettano le regole.

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