Default per l’Argentina? Ancora una volta?

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Tra le variabili internazionali fonte di preoccupazione per i mercati non può mancare di citare l’Argentina col suo carico di Bond nuovamente a rischio default.

Gli argentini domenica saranno chiamati al voto.

Il favorito della viglia è il peronista Fernández che nei sondaggi supera da tempo il Presidente uscente Macri.

Nel contempo il FMI ha già fatto sapere di non volere gettare capitali soltanto per proteggere i creditori.

Creditori certamente ingordi degli alti rendimenti che ora rischiano seriamente  di perdere oltre la metà dell’investimento nel caso peggiore.

Secondo default argentino in arrivo

Sono ormai trascorsi quasi  20 anni dal default che fece disastri in migliaia di portafogli gestiti e privati sparsi per il mondo, Italia compresa.

Ora siamo alle solite.
Il Financial Times ha avvisato che in base ai dati raccolti i possessori di bond argentini hanno probabilmente in arrivo pesanti perdite.

Per ora si tratta di una previsione  dopo che alcuni grandi investitori  si sono incontrati privatamente a Washington con politici di Buenos Aires e addirittura il FMI.

Scopo del meeting è stato definire se e come il paese sudamericano sarà in grado di onorare i suoi più di 100 miliardi di dollari di debito.

Incontro non risolutivo per tracciare la strada del debito

A questi incontro, risultato assolutamente non risolutivo per stabilire il percorso del debito dell’Argentina, ha partecipato anche lo staff economico di Alberto Fernández, lo sfidante favorito nei sondaggi per le elezioni presidenziali di domenica

Il FT ha raccolto informazioni da alcuni dei partecipanti e pare che il FMI abbia posto condizioni molto dure per intervenire, diktat che non prescindono da un taglio netto al valore di rimborso dei titoli collocati negli ultimi anni.

Il FMI si è trincerato dietro al fatto di utilizzare soldi pubblici di molteplici nazioni e di non potere soccorrere bellamente e totalmente una nazione in difficoltà … ci sta!

Argentina: elezioni decisive

Il vero problema è che Fernández, non gode della fiducia dei mercati, che temono politiche di spesa sociale incontrollata.

Al contrario Macri autore dell’accordo con il FMI potrebbe con una politica più conservativa avere se non altro maggior credito sui mercati.

La proposta dello sfidante è stata infatti un piano di prolungamento delle scadenze del debito.

Soluzione volta ad evitare il taglio esplicito del controvalore dei bond.

Il problema che  buona parte degli investitori (FMI compreso) pensano che il vero problema dell’Argentina non sia solo di liquidità, ma anche di solvibilità nel tempo.

Lo stesso FMI comunque non ha preso una posizione definitiva.

Il risultato delle elezioni ormai è chiaro farà la differenza e se vincerà l’oppositore a pagare saranno i detentori dei bond argentini.

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