Decisioni sanitarie troppo anticipate ed altre, macroeconomiche, a rischio di prociclicità?

pandemia

Le questioni sanitarie forse mai, come in questi ultimi tempi, sono strettamente correlate all’economia.

Ma sia le une, che le altre, rischiano di essere gravemente sbagliate soprattutto sotto il profilo delle tempistiche.

D’altra parte, un vecchio detto richiama l’immagine degli animali che ormai sono fuggiti dalla stalla, e solo dopo il contadino la chiude.

Probabilmente questa immagine ben si attaglia a descrivere quello che si sta verificando sotto il profilo sanitario ed economico.

Decisioni sanitarie troppo anticipate ed altre, macroeconomiche, a rischio di prociclicità?

Sotto il profilo sanitario, l’Italia ha virato verso il bianco, colore che consente quasi tutto, come se la pandemia fosse veramente finita.

Ma è veramente così?

A quanto pare no.

Il problema, oggi, si chiama essenzialmente variante Delta.

Come preventivato in pregresse analisi, purtroppo questa variante sta dilagando in diversi Paesi, causando una nuova impennata della curva epidemiologica.

Il possibile errore sanitario consiste, quindi, nel rimuovere quelle misure di contenimento, che probabilmente potrebbero essere rimosse solo in una situazione di pandemia ormai terminata in modo definitivo.

Del resto, anche Draghi aveva parlato di rischio calcolato, ma probabilmente sarebbe stato più opportuno definirlo rischio sottovalutato.

Nel caso di pandemia ormai terminata, è opportuno e, anzi, necessario rimuovere misure di contenimento.

Ma se il virus riprende il suo effetto espansivo, allora riprendono prima i focolai, e poi una curva epidemiologica nuovamente al rialzo.

Quando si potrà considerare terminata la pandemia?

In un certo senso, possiamo dire che i segnali sinora seguiti per definire il rischio pandemico sono stati, poi, spesso disattesi dalla situazione reale.

Anche nella fase attuale, in cui in un primo tempo si pensava che ormai fossimo alle battute finali di questa terribile situazione, ora il virus appare nuovamente in fase di attacco, se così vogliamo definirla, con la variante Delta.

Probabilmente, non bisognerebbe inneggiare all’ottimismo, senza una prova realmente concreta di fine della pandemia.

E questa prova, secondo taluni, potrebbe intervenire solo dopo una situazione di nuovi contagi pari a zero protratta ininterrottamente per diversi mesi. E a maggior ragione se riscontrati contagi zero dopo la fine delle misure di contenimento.

Diversamente, siamo sempre in una situazione di incertezza tra possibile fine della pandemia e ripresa della curva epidemiologica, conseguente a nuove varianti, non intercettate o scarsamente intercettate dai vaccini.

Le decisioni delle Banche centrali

Ma anche le Banche centrali rischiano di prendere decisioni errate nella tempistica.

Sia la FED, che la BCE, stanno discutendo la possibilità di abbandonare, tra qualche tempo, la politica monetaria espansiva.

Il rischio è quello di provocare un effetto prociclico.

In altri termini, mentre le politiche seguite da tali enti dovrebbero servire a contrastare determinate situazioni macro, invece il rischio è quello di causare un effetto ancora maggiore nella direzione del ciclo economico.

In particolare, si teme una recrudescenza dell’inflazione.

Ma se questa, come sostiene soprattutto parte significativa del board della FED, fosse temporanea, un rialzo dei tassi e un’uscita da programmi di acquisto di titoli, avrebbe un effetto negativo sulle possibilità di ricrescita economica.

Infatti il rischio principale è che le prospettive di ripresa vengano disattese, ad esempio proprio a causa di una nuova curva epidemiologica al rialzo.

In tal caso, aumentare i tassi e porre fine alle politiche espansive, non potrebbe avere altro effetto che quello di incrementare possibili effetti di una fase recessiva a quel punto già in atto.

Per concludere, a proposito di decisioni sanitarie troppo anticipate ed altre, macroeconomiche, a rischio di prociclicità, dobbiamo ricordare che spesso le decisioni, in molti ambiti, non sono errate o meno in se stesse, ma in relazione alla tempistica con cui vengono prese.

Proprio come quel famoso contadino citato ad inizio articolo, che prima lascia scappare i buoi e poi chiude la stalla.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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