Debito USA: nuovi eccessi? Verso un cigno nero?

debito USA

Nelle more del taglio dei tassi sono  passate sotto silenzio le due tranches da 75 miliardi di dollari che la FED di New York e poi la centrale hanno immesso nel mercato del credito o se meglio preferite del debito USA.

Una enormità di denaro richiesta dal sistema e prontamente concessa che darà nuovo vigore al già potente ciclo americano.

Ulteriormente ha favorito  la domanda il nuovo taglio dei tassi.

Tassi di interesse ai minimi: scatta l’ingordigia da debito

Infatti i tassi di interesse Usa ai minimi storici stanno muovendo persino le grandi corporation a emissioni obbligazionarie per importi di svariati miliardi di dollari.

Per fare qualche nome: Disney, Coca Cola (KO), United Airlines e soprattutto Apple

Il parere degli esperti comunque rimane tranquillizzante, per ora.

Infatti nonostante la continua emissione di debito USA e il raggiungimento di  importi complessivi molto consistenti, il debito societario statunitense mantiene poche probabilità di scatenare l’instabilità nel sistema finanziario.

In particolare questa è l’opinione espressa nel suo report da IHS Markit, un provider inglese di informazioni globali.

La teoria si basa sul fatto che diversi elementi concorrono a scongiurare il suddetto rischio.

Dalla solida redditività aziendale confermata anche dalle ultime trimestrali, alla disoccupazione ai minimi storici del dopoguerra, fino appunto ai bassi tassi di interesse.

Dopo i sub-prime la lezione di una leva finanziaria meno tirata

A configurare un quadro di tenuta del sistema concorre anche il livello di leva utilizzato che è decisamente più basso rispetto ai livelli raggiunti nell’era sub-prime.Infatti l’utilizzo della leva finanziaria sul debito negli USA nei più svariati settori negli ultimi cinque anni si è dipanato in misura decisamente contenuta.

Bene si stanno comportando in particolare i settori dei media, quello dell’intrattenimento e quello dei materiali di base.

Gli esperti di IHS Markit rilevano invece nel report “sacche di rischio” nell’area della produzione automobilistica, nei servizi al consumo e nella vendita al dettaglio.

In questi segmenti produttivi si “evidenziano un maggiore potenziale di ristrutturazione e un più ampio ricorso alla leva finanziaria”.

Complessivamente però, anche grazie alla compiacenza della FED, le opere di rifinanziamento del debito sono quanto mai agevolate e pertanto le sacche di rischio veramente limitate.

A maggior ragione se la FED proseguirà nell’opera di riduzione dei tassi di interesse.

Approfondimento

Debito pubblico americano

 

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