La fase critica dello spread è ormai superata e il debito pubblico italiano torna ad essere appetito dai portafogli gestiti ma anche esteri.
D’altronde la caccia a rendimenti sicuri nell’era dei tassi a zero è molto complicata. Una delle poche eccezioni tra i bond governativi non catalogati come spazzatura sono i nostri BTP.
Titoli che sulle scadenze più lunghe oscillano tra il 2 ed il 3 percento di rendimento netto.
Curiosa analisi del sole 24 ore
E’ di ieri una curiosa analisi del Il Sole 24 ore che evidenzia come lo stock di debito pubblico italiano in mano agli stranieri superi la quantità di beni e servizi esportati dall’Italia annualmente.
La cosa curiosa è che se ne parla come di una novità quando solo poco di più di un anno fa la sproporzione era ancora più rilevante a favore del debito.
Lo spread comunque prezza ancora un rischio Italia
Ciò su cui invece concordiamo è che lo spread segnala che non siamo ancora tornati a una situazione rilassata.
Le prossime elezioni europee dai sondaggi prefigurano un significativo cambio nei rapporti di forza tra Lega e Cinquestelle.
Questa situazione viene vissuta come fonte di incertezza su come l’Italia si posizionerà verso l’UE.
Si crea pertanto insicurezza non tanto perché si ragiona in termini di benessere degli italiani e dell’Italia ma perché il progetto europeo stesso potrebbe essere messo in discussione.
Una forza politica dal peso rilevante a Bruxelles, rappresenterà certamente un elemento nuovo nelle dinamiche del parlamento UE.
Quota 250 è ben sotto il picco di 326 toccato nello scorso mese di novembre, ma allo stesso tempo evidenzia come il debito pubblico italiano e i nostri BTP non siano ancora vissuti in modo totalmente tranquillo.
Il Sole 24 Ore conclude specificando: “Nonostante la forza del nostro export”ed è osservazione corretta.
Io però aggiungerei anche: nonostante l’Italia disponga di un risparmio privato teoricamente in grado di finanziare tutto il debito pubblico italiano.
