Debito pubblico in aumento: aumentare l’IVA?

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Dal 2016 il debito pubblico italiano ha ripreso a crescere continuativamente  e per ora nessun Governo è riuscito a fermarne l’escalation.

Il bollettino della Banca d’Italia, ci segnala che nel secondo mese del 2019 il debito è circa a quota 2.364 miliardi di euro, ulteriore record negativo dopo che a gennaio aveva battuto il massimo precedente visto nel novembre 2018.

Nei numeri, la  crescita è stata di 5,3 miliardi sull’anno.

Bankitalia nel contempo informa che il debito pubblico italiano è cresciuto soprattutto a causa del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche.

Questa voce infatti risulta, in crescita a 10 miliardi rispetto al precedente dato che segnava 6,9 miliardi del mese precedente.

Sono le amministrazioni pubbliche a creare debito

Va da sé che quindi l’incremento del debito sta maturando proprio per il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche.

Un tema che sino a qui non abbiamo sentito affrontare dal Governo ma che sarà opportuno prendere in considerazione al più presto preferibilmente non indirizzando gli Enti locali verso la creazione di nuovi orpelli fiscali.

Una soluzione immediata può essere quella del decreto“sblocca cantieri”.

Al decreto potrebbe essere annessa una tassa progressiva a favore degli Enti locali. Imposta tarata sui ritardi nella consegna dei lavori da parte delle imprese e/o per la mancata qualità dei lavori svolti da sottoporre a rapidi controlli di stabilità e collaudi.

Oltre a questo sarebbe necessario introdurre una clausola di salvaguardia per cui le imprese che non rispettino un range di tempo predefinito debbono essere escluse, prima transitoriamente, e poi definitivamente dall’ assegnazione di nuovi appalti.

Molti cantieri vengono di fatto prenotati da imprese che poi nel frattempo lavorano altrove di fatto impedendo sviluppi occupazionali…

Rischio aumento IVA per le clausole di salvaguardia

Nonostante le smentite dei membri dell’esecutivo in realtà il rischio dell’aumento dell’IVA esiste, visto che il precedente Governo firmò delle cosiddette clausole di salvaguardia con l’UE.

Clausole che possono scattare se non viene arrestata rapidamente la crescita del debito pubblico rispetto al PIL giunto a fine 2018 al 132,2% rispetto al precedente del 2017 posto a 131.4%.

C’ è anche chi parla di un Draghi che al termine del mandato BCE verrebbe inviato dall’UE a palazzo Chigi in stile Monti…sarebbe la fine della democrazia in Italia!

Situazione da monitorare con attenzione…

La sovranità monetaria perduta…

A chi crede che USA, Gran Bretagna e Svizzera siano uscite molto meglio dell’UE dalla crisi adottando le stesse mosse monetarie evidentemente piacciono le favole.

L’andamento tuttora fortemente diseguale delle economie ci conferma che le nazioni a sovranità monetaria possono sostenere l’economia col giusto dosaggio di nuova moneta.

Ovviamente ciò deve per forza essere accaduto senza l’emissione paritetica di senza debito pubblico come invece si è imposta l’UE.

Così sarebbe più semplice evitare aumenti dell’IVA e non solo, e, perché no, rilanciare l’occupazione!

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