Dazi: colpa della Cina o colpa degli USA?

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La guerra dei dazi tra Usa e Cina sta inducendo le parti in causa a ricorrere a tutte le armi per fare valere le proprie ragioni.

Dopo una breve fase di silenzio ora la Cina sta cercando di confutare a parole gli esiti della battaglia riaccesa da Donald Trump.

Da Pechino si sostiene che il ritorno di fiamma  della guerra commerciale non ha “fatto di nuovo grande l’America”, come recitava un famoso slogan di Donald Trump, ma avrebbe

addirittura danneggiato l’economia Usa.

Così si legge sul libro bianco cinese sul contenzioso commerciale in corso con gli USA.

Nel documento si evidenzia come: “la sovranità e la dignità di un Paese debbano essere rispettate e qualsiasi accordo raggiunto dalle due parti deve basarsi su uguaglianza e beneficio

reciproco”.

Dazi: si accendono anche i toni della dialettica tra Cina e USA

Poi nel libro bianco di Pechino si prosegue con toni accesi:

“I dazi americani non hanno dato slancio all’economia. Invece, l’hanno seriamente danneggiata”!

Il documento pubblicato in otto lingue ha avuto un evidente intento di richiamare consensi internazionali su questo ormai delicatissimo tema di scontro.

Inoltre si è voluto controbattere ai richiami di Donald Trump riguardo alle presunte e, almeno in parte, certamente reali difficoltà accusate da Pechino.

Dati strumentali ed imprecisi

Pur ritenendo che un ritorno al protezionismo sia da evitare, non si può non notare come la Cina abbia fatto una magra figura.

Si legge infatti nel documento che negli Usa, invece, sono saliti “i costi della produzione e i prezzi al consumo minacciando la crescita dell’economia”.

Numeri quanto meno discutibili visto che l’indice prezzi PIL è uscito sotto le attese , mentre il PIL USA  ha fatto segnare un dato sopra il 3% e la disoccupazione permane ai minimi storici da tempo…

Dazi: colpa degli USA, colpa della Cina

Su una cosa invece non si può che convenire con la Cina: la rottura dei colloqui e la ripresa delle frizioni sono da “addebitare solo e interamente agli Usa”.

Poi bisogna semmai interrogarsi su coma mai Trump ha fatto marcia indietro…

Pechino precisa che si sono ricevute di  continuo cambi di richieste oltre ad  accuse “incaute”.

Dalla Casa Bianca invece ci hanno tenuto a precisare che la brusca inversione l’ha causata Pechino.

Secondo gli USA il testo dell’accordo di 150 pagine è ritornato a Washington tagliato e ritagliato in una versione ridotta di 105 pagine.

E pare con interi capitoli cancellati.

Difficile dire chi abbia ragione, certo è che prima questa diatriba avrà termine e prima sarà meglio.

E se il FMI e la Banca Mondiale che hanno come abitudine quella di pubblicare report pregni di negatività stavolta si offrissero come mediatori per combinare qualcosa di positivo?

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