Dazi doganali: perché fanno così paura

dazi doganali

Proprio quando l’accordo sui dazi doganali tra USA e Cina pareva in dirittura d’arrivo Trump ha alzato la posta scatenando nuovamente la battaglia.

Uno stato di guerriglia che ora ha visto la controffensiva della Cina che a sua volta ha innalzato barriere doganali sui prodotti americani.

Gli effetti sulle borse sono stati evidenti e, seppur riferendoci al contesto dei ribassi alla camomilla degli ultimi anni, devastante.

Parliamo di un 4/6% sui vari indici, percentuali che in passato volavano in una seduta borsistica.

Ora, negli anni della “dominazione monetaria” ©, sono percentuali di tutto rispetto per un ribasso, seppur somma di più giornate.

Ma vediamo per quali motivi i dazi doganali spaventano così tanto i mercati.

Dazi doganali i motivi della paura

  • Le aziende coinvolte debbono adeguare i prezzi per restare competitive coi concorrenti di paesi che non subiscono lo stesso trattamento sui dazi doganali e restano esenti.
    In questo caso è evidente la perdita di redditività sul fatturato.
  • La spirale di dazi e contro-dazi nel tempo può comunque produrre una lievitazione dei prezzi dei prodotti coinvolti:
    Tra l’altro con un effetto sull’inflazione non perfettamente prevedibile vista l’entità delle percentuali applicate (sino al25%!).
  • Si teme fortemente il rischio che la guerra sui dazi doganali possa estendersi ben oltre i confini di USA e Cina coinvolgendo in primis anche le aziende europee e i loro prodotti.
  • La qualcosa innescherebbe una spirale di mosse e contromosse sotto forma di ritorsioni poi difficile da arrestare.
    L’esito finale di questo gioco pericoloso è comunque certo: la perdita di redditività da parte delle aziende e la conseguente svalutazione in termini di valori di mercato.
  • Tanto più poi dovesse estendersi geograficamente questa guerra, tanto più il fenomeno dell’inflazione potrebbe dilagare ed espandersi a macchia d’olio a livello globale.

Dazi doganali: perché la nuova battaglia?

Visti gli effetti potenzialmente devastanti di questa guerra sui dazi doganali viene da chiedersi perché Trump abbia deciso di dare uno scossone del genere su un tema che pareva già affrontato e risolto.

Troviamo due motivazioni all’agire della Casa Bianca, ragioniamo ponendoci temporalmente nel week-end in cui Trump ha elargito i famosi Tweet innescando nuovamente la guerra:

  • Il ciclo economico americano è sui massimi e così pure le borse USA.
    Stando così le cose gli esperti economisti che affiancano Trump prevedono che il ciclo economico USA se non in recessione rallenterà fortemente proprio durante la campagna elettorale di fine 2020.
    Ovviamente per un Presidente che ha grossi meriti in questa straordinaria fase dell’economia americana e che punta alla rielezione questo sviluppo temporale non va bene!

Tanto vale dunque imporre una frenata alle borse e al ciclo da subito.
Si è da poco passata la metà del mandato meglio non attendere passivamente  la fase elettorale.

  • Trump aveva per la verità tentato, per modo di dire con le “buone maniere”, di imporre alla FED di tagliare i tassi.
    Con questa misura avrebbe ottenuto di alterare il ciclo economico USA e produrne una nuova accelerazione in grado di spingerlo oltre alla campagna elettorale.
    Powell e il board della FED sono però rimasti, forti dei brillanti dati macroeconomici americani, compatti nel non accondiscendere questa richiesta del Presidente.

Scelta corretta da un punto di vista ciclico ma che alla Casa Bianca ha fatto scattare la reazione di Trump.
Con l’indebolimento indotto delle borse e inevitabilmente dei prossimi dati economici Trump evidentemente punta anche a smuovere la FED sul fronte del ribasso dei tassi da lui tanto desiderato.

I motivi di ottimismo sulla guerra dei dazi doganali

Per continuare ad agire in termini di enumerazioni vediamo i due principali motivi di ottimismo per pensare che, al dunque, questa nuova fase di guerriglia verrà mantenuta sotto controllo e non farà scattare le conseguenze peggiori viste sopra.

  • Trump stesso non può permettersi di esacerbare più di tanto la situazione sui mercati azionari e tanto meno rallentare oltre misura il ciclo economico.
    Questa considerazione fa pensare che da un momento all’altro dalla Casa Bianca possa partire un Tweet o una direttiva più conciliante sul tema dazi e da lì rasserenare il clima.
  • Nel malaugurato caso che il Tycoon tenga duro sulle sue posizioni, la FED si troverà costretta ad accontentare Trump tagliando i tassi di interesse e nel qual caso sappiamo che per le borse sarà festa.

Per il ciclo economico pure.
E non è difficile pensare che Trump ottenuto quanto desiderava da tempo si dia una calmata anche sul fronte dei dazi doganali.

Approfondimento

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