DAX: indice azionario a rischio?

Dax

Prima o poi l’indice DAX potrebbe pagare duramente la sequela di dati macroeconomici tedeschi inferiori alle attese.

Una serie di negatività che non si vedeva da anni e che ha amaramente colpito e stupito la stessa BCE.

BCE che per bocca di Mario Draghi solo pochi mesi fa indicava nella Germania la nazione di riferimento per tutta l’UE.

Se questo è il riferimento… l’Unione Europea è messa davvero male.

Non a caso, in diverse aree della Germania, aumentano le pressioni per il ripristino di una politica maggiormente autoctona se non addirittura l’abbandono dell’UE e il ritorno al marco.

Tabella principali dati macroeconomici della mattinata

Vendite al dettaglio in Germania (Mensile) (Lug) -2,2% -1,3% 3,0%
Vendite al dettaglio in Germania (Annuale) (Lug) 4,4%   -1,4%
IPC francese (Annuale) 1,1%   1,1%
IPC francese (Mensile) 0,5%   -0,2%
IAPC francese (Mensile) 0,5%   -0,2%
IAPC francese (Annuale) 1,2% 1,3% 1,3%
Vendite al dettaglio in Spagna (Annuale) (Lug) 3,2%   2,5%

Al di là degli indici sui prezzi stabili in Francia evidentemente balza all’occhio il pesantissimo calo delle vendite al dettaglio in Germania.

Il -2.2% versus -1,3% atteso e ancora di più rispetto al +3% precedente rappresenta un salto all’indietro decisamente preoccupante.

Soprattutto trattasi di un fattore foriero del peggioramento anche di altri dati spesso direttamente correlati a vendite e consumi.

A cominciare da quella produzione industriale che la stessa Merkel vede ancorata e protetta proprio dal canale dei consumi interni alla Germania.

Germania: cosa attendersi dal dato occupazionale? Il DAX retto da una finzione?

Il corollario o meglio la prova del nove sullo stato dell’economia tedesca lo avremo dal dato sulla disoccupazione tedesca.

A tal proposito bisogna però dire che la Germania ha elaborato un sistema di protezione dei livelli occupazionali in grado di aggirare una lettura realistica della situazione.

Mi spiego.

In Germania molti lavoratori, specie immigrati, hanno contratti da 200 euro mensili circa.

Pertanto anche nelle fasi di rallentamento della produzione rimangono in carico alle aziende che hanno a carico un esborso contenuto.

I dati occupazionali pertanto rimangono stabili.

Lo stato infatti in ogni caso garantisce una corposa integrazione ai salari minimi per garantire il minimo di sopravvivenza ai lavoratori stessi.

Quindi trattasi di dati occupazionali decisamente sostenuti con modalità anomale se non vogliamo definirle taroccate.

Senza considerare l’aspetto grave che queste integrazioni lo stato tedesco le eroga tramite una Cassa statale che però opera fuori dal bilancio dello stato consegnato poi all’UE a Bruxelles…

Comodo no?

E noi poi paghiamo in termini di spread la “perfezione” del modello germanico!

Indice azionario da prendere con le molle

Allo stesso modo negli anni il nostro Ftse Mib  ha visto ampliarsi la propria forbice rispetto al DAX tedesco di percentuali rilevantissime.

E’ vero che il DAX è indice industriale mentre il Ftse Mib permane eccessivamente “bancarizzato”.

E’ anche vero però che anche a livello settoriale i titoli italiani sono stati, indipendentemente e dal segmento analizzato, particolarmente penalizzati rispetto a quelli teutonici.

La sensazione è che nel prossimo movimento rialzista che, a prescindere da tanti altri aspetti complessi, sulla spinta della banche centrali ci aspettiamo entro il 2020, il DAX possa pagare dazio.

Sia in conseguenza di questi aspetti visibili nei dati macroeconomici che a quelli sommersi sopra esposti.

Quindi sul DAX staremo Underweight e semmai Equalweight in caso di decisi miglioramenti della produzione industriale.

Vera cartina di tornasole dello stato dell’economia tedesca e a cascata della sua Borsa.

Approfondimento

Analisi e articoli precedenti sul’Indice Dax

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