Dati macroeconomici USA discontinui

Dati macroeconomici USA

Altra giornata che vede la pubblicazione di dati macroeconomici USA discontinui.

La qualcosa favorisce lo stand by della FED e certamente non accontenta Trump che pare volere imporre una frenata alle borse e al ciclo in questa fase ancora lontana dalla campagna elettorale.

Orami il progetto di The Donald è chiaro: vuole tenere i fuochi d’artificio di economia e Borse quando gli faranno da spot elettorale.

E invece il treno americano non vuole saperne di frenare.

Sì, qualche dato sotto le attese viene pubblicato ma è subito accompagnato da dati che segnalano forza.

Tabella principali dati macroeconomici USA di giornata

Per dire,  oggi i due dati della disoccupazione hanno ripreso a fare compensazione tra loro.

Uno sopra e uno sotto le attese.

Dopo due settimane di inusuali e contemporanei segni rossi l’occupazione pare riprendere a marciare.

Detto che comunque siamo sempre su valori assoluti record anche quando si è un po’ sotto le aspettative.

Frenano i Direttori degli acquisti del manifatturiero

La delusione tra i dati macroeconomici USA viene dai Direttori degli acquisti del  settore manifatturiero e stavolta anche del terziario.

Una abbinata pericolosa ma comunque sempre sopra quota 50… basterà a smuovere la FED?
Difficile almeno fino a che la tendenza dovesse consolidarsi e magari verificarsi qualche “debordazione” sotto quota 50.

Siamo tornati ai livelli del 2016 e questo per la verità ci indica che la frenata urlata da Trump e in qualche modo anche voluta dallo stesso Presidente non è solo nelle intenzioni.

Comincia ad essere nei fatti.

Le Borse soffrono e reclamano attenzione (liquidità…)

In simile contesto di dati macroeconomici USA debolucci le Borse soffrono, non tanto per i dati in sé , quanto per l’incertezza sul se e quando la FED eventualmente darà ossigeno ai mercati con nuove sue dosi di liquidità.

Che poi sia sotto forma di taglio dei tassi o QE poco importa ormai è chiaro come da anni ragionano le  Borse.

Qualche fase di prezzi cedenti come l’attuale è anche evidentemente  un modo di reclamare attenzione che nella fattispecie significa ottenere nuove aperture monetarie espansive.

Leggi gli altri articoli di Gianluca Braguzzi

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