Dati macroeconomici UE, una mattinata discreta quasi buona

dati macroeconomici

Se si esclude il disastroso dato della produzione industriale in Germania di cui abbiamo già scritto i dati macroeconomici UE di stamattina sono stati di buon livello.

Le Borse europee ne hanno subito beneficiato rompendo al rialzo senza indugio la candela inside che si era formata nelle prime ore della mattinata.

Segno che un buon equilibrio tra dati positivi e negativi non toglie agli operatori la convinzione di poter contare, ormai a brevissimo termine, sulle cannoniere monetarie della BCE.

Tabella principali dati macroeconomici

Vendite al dettaglio italiane (Annuale) (Lug) 2,6% 1,3%
Vendite al dettaglio italiane (Mensile) (Lug) -0,5% 0,4% 1,9%
Variazione livello di occupazione (Trimestrale) (2° trim.)UE 0,2% 0,2% 0,4%
Variazioni livello di occupazione (Annuale) (2° trim.) UE 1,2% 1,1% 1,4%
PIL (Trimestrale) (2° trim.)  UE 0,2% 0,2% 0,4%
PIL (Annuale) (2° trim.)  UE 1,2% 1,1% 1,3%

Partiamo nell’analisi coi dati sulle vendite al dettaglio italiane.

All’ottimo davvero dato annuale di +2.6% versus un precedente della metà (+1.3%) fa riscontro la delusione per il dato mensile di luglio che segna un -0.5% versus +0.4% atteso e +1.9% scorso.

Avevamo segnalato che i primi timidi segnali di italica ripresa avevano portato molti esercenti a darci dentro sui prezzi.

Questo disastro delle vendite al dettaglio in luglio è il risultato.

Aumentare i prezzi a stipendi e redditi fermi o peggio non è mai una buona idea!

Buone nuove dai dati

Il collasso dell’industria tedesca è comunque evidentemente compensato dalla altre nazioni UE.

Sia la variazione dei livelli occupazionali che il PIL in area UE infatti si affrancano dal “germanocentrismo”  che da anni condizione pesantemente le sorti e le strategie dell’intera Unione Europea.

In particolare ci piace evidenziare il +1.2% del PIL annuale che era atteso a +1.1%, in leggero calo dunque rispetto allo scorso mese fissato a +1.3% ma meglio delle attese.

Il PIL UE dunque ci sottolinea come, evidentemente, sono state le piccole nazioni a sostenere il dato complessivo della comunità visto che nessuna delle grandi nazioni ha ottenuto un risultato analogo ultimamente.

E questa ripartizione delle “responsabilità” è certamente buona cosa.

Ideale anche per strutturare composizioni di portafoglio ben diversificate.

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