Dati macroeconomici sotto le attese in Usa

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Dati macroeconomici USA bruttini: Trump festeggia?

Venerdì pomeriggio di dati macroeconomici USA piuttosto bruttini.

Analizziamoli dalla tabella sottostante:

Tabella dati macroeconomici

Retribuzione oraria media (annuale) (Annuale) (Nov) 3,1% 3,10% 3,1%
Salario orario medio (Mensile) (Nov) 0,2% 0,3% 0,1%
Media di Ore Settimanali (Nov) 34,4 34,5 34,5
Retribuzione statale (Nov) -6,0K -14,0K
Buste paga del settore manifatturiero (Nov) 27K 20K 26K
Buste paga del settore non agricolo (Nov) 155K 200K 237K
Tasso partecipazione (Nov) 62,9% 62,9%
Libri paga non agricoli privati (Nov) 161K 200K 251K
Tasso di disoccupazione U6 (Nov) 7,6% 7,4%
Tasso di disoccupazione (Nov) 3,7% 3,70% 3,7%

Trump più forte nel detonare la FED?

La premessa è che con la disoccupazione al 3,7% stiamo facendo le pulci a una delle più forti economie al mondo e che dunque non ci riferiamo certo a dati da crisi.

Detto questo è evidente come qualche dato sotto le attese possa favorire Trump nel suo dichiarato intento di bloccare la politica della FED rivolta ad ulteriori rialzi dei tassi.

Ogni giorno questa specie di telenovela si riempie di nuove puntate.
La disoccupazione e si suoi vari dati rappresentano un capitolo sempre significativo.

Certamente a Trump può fare comodo  qualche dato sotto il consensus e le buste paga a 155k vs 200k atteso e 237k del precedente gli danno senz’altro una mano…

Alle borse già a sentiment ribassato piaceranno dati simili?

Stiamo parlando di nuove buste paga e già mesi scorsi abbiamo letto dati inferiori; pertanto comunque Trump ora potrà  avere in mano un jolly da giocarsi in vista della riunione della FED del 19 senza che si sia già in fase critica. La disoccupazione rimane molto bassa.

Il vero interrogativo è se alle borse già in fase di depressione e col sentiment ribassato potrà piacere un simile sviluppo dei dati macroeconomici.

Le statistiche ci dicono che le uscite sopra o sotto le attese dei dati macroeconomici producono sui listini di borsa effetti incostanti nel tempo spesso accodandosi (salvo qualche sparata di brevissimo) all’umore prevalente.

Analogamente possiamo pensare che in questa fase potrebbe prevalere una lettura negativa di dati che in qualche modo confermano che il picco del ciclo economico USA è già alle spalle.

E se si inizia a ragionare così si sa che per gli operatori l’imperativo diventa realizzare, vendere, prima che le trimestrali vadano poi a confermare il rallentamento dei bilanci aziendale e quindi dell’ intero ciclo economico.

Sarebbe la beffa delle beffe per Trump che invece ha imbastito tutto questo can can anti FED proprio per sostenere le borse e con esse il suo traballante indice di gradimento personale.

 

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