Dati macroeconomici: driver delle borse?

ProiezionidiBorsa

Da diversi mesi a questa parte i dati macroeconomici pubblicati hanno avuto  scarso se non scarsissimo impatto sulle dinamiche dei prezzi di borsa.

Oggi, dopo tanto tempo, abbiamo registrato una vera inversione del trend dei mercati dopo i pessimi dati sull’economia tedesca.

Molto più delle semplici e rapide escursioni seguiti da rapidi rientri nel trend principale cui ci eravamo abituati.

Borse di nuovo sensibili ai dati macroeconomici

Nel pomeriggio anche i dati macroeconomici USA hanno suscitato l’attenzione degli operatori.

In particolare registriamo i minimi di giornata proprio poco prima dell’uscita dei brillanti dati sulle vendite di case.

Così come, 15 minuti, prima un nuovo colpo al ribasso era stato assestato alle borse dagli indici dei direttori degli acquisti USA usciti sotto le attese.

Insomma,  una giornata strana coi dati macroeconomici tornati a dettare, almeno per oggi, legge sulle dinamiche dei listini azionari.

Tabella principali dati macroeconomici USA di giornata

    Indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero (Mar) 52,5 53,5 53,0
    Indice dei direttori agli acquisti del settore terziario (Mar) 54,8 55,7 56,0
    Vendita di case esistenti (Mensile) (Feb) 11,8% 2,2% -1,4%
    Vendite di abitazioni esistenti (Feb) 5,51M 5,10M 4,93M

 

Come possiamo notare dalla tabella sono usciti dati significativi ma non certo determinanti per definire la situazione del ciclo economico USA.

Eppure la sensibilità delle borse ai numeri pubblicati oggi è risultata moltiplicata rispetto al recente passato.

Come mai questo mutamento di attenzione verso i dati macroeconomici?
Un ritorno alle bizze speculative del passato o stiamo passando per un contesto particolare?

Fase di ciclo economico di passaggio

Propendiamo senz’altro per la seconda ipotesi!

Ci troviamo in una situazione confusa tra ciclo economico in frenata e banche centrali attente e pronte a contrastare rallentamento e recessione ma non ancora attive.

La FED ha annunciato che non aumenterà i tassi nel 2019 ma nemmeno ha ipotizzato tagli.

La BCE che margini sui tassi non ha disponibili, ha annunciato un corposo TLTRO ma si attiverà salvo sorprese, a settembre.

La BOE inglese ha altro a cui pensare con la BREXIT ancora in alto mare.

La BOJ giapponese è tutto tranne che un riferimento…

Ergo i mercati sono nervosi e sensibilizzati ai dati correnti dell’economia.

E, una volta tanto, correlati direttamente. Ovvero dato negativo si scende, dato positivo si sale.

Le paratie pronte ad entrare in azione delle banche centrali fanno escludere fenomeni ribassisti duraturi che probabilmente finirebbero per attivare le dinamiche che le banche centrali per ora mantengono in stand-by.

D’altro canto i dati dell’economia reale, tutt’altro che brillanti, non possono fare piacere e quindi vengono sfogati con vendite diffuse sulle borse.

Verificheremo nei prossimi giorni se  questo fenomeno di inizio primavera è stato un caso a se stante o se invece ci prepariamo a una prolungata fase di attesa.

Attesa che verosimilmente sarà farcita di volatilità ad ogni uscita di dati macroeconomici distanti dal consensus. Sopra o sotto le attese che siano…

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