Dati economici peggiori del previsto: anche gli USA sono umani

ProiezionidiBorsa

Dopo una serie prolungata di giornate di dati macro-economici talmente effervescenti da risultare quasi non umani oggi gli indicatori USA , almeno in prevalenza, si sono presi una pausa.

Riassumiamo i principali che poi andiamo a commentare:

Vendite al dettaglio beni essenziali (Mensile) (Ago) 0,3% 0,5% 0,9%
Indice dei prezzi all’esportazione (Mensile) (Ago) -0,1% 0,1% -0,5%
Indice dei prezzi all’importazione (Mensile) (Ago) -0,6% -0,2% -0,1%
Vendite al dettaglio (Mensile) (Ago) 0,1% 0,4% 0,7%
Vendite al dettaglio – carburanti esclusi (Mensile) (Ago) 0,2% 0,9%
Produzione industriale (Mensile) (Ago) 0,4% 0,3% 0,4%
Produzione manifatturiera (Mensile) (Ago) 0,2% 0,3% 0,3%
Livello delle scorte di magazzino delle aziende (Mensile) (Lug) 0,6% 0,5% 0,1%
Sentimento d’aspettativa dei consumatori del Michigan (Set) 91,1 87,1
Indice di fiducia del Michigan (Set) 100,8 96,7 96,2

 

Sono principalmente i dati sulle vendite a ricordarci che anche negli USA qualche segno inferiore al consensus può capitare e capiterà ancora anche in piena crescita economica.

A ricordarci infatti l’aspetto complessivamente positivo del ciclo e a bilanciare le vendite in calo ci pensa la produzione industriale che ha superato le attese.

Dato di nuovo in rosso per le scorte:  ma se c’è un dato che si presta a una lettura ambigua è proprio questo. Infatti, scorte in calo potrebbe volere dire poca fiducia delle aziende nell’ accelerare la produzione ma anche che i consumi sono in crescita lasciando poche disponibilità di magazzino ai produttori.

Poca fiducia o quanto meno credibilità ridotta abbiamo già detto riconoscere ai dati sulla fiducia quindi il pur rilevante incremento del cosiddetto Michigan Sentiment addirittura sopra quota 100, lo interpretiamo come una presa d’atto del pubblico del fatto che l’economia americana gode di buona salute. Nulla di più.

Già qualche analista si sta servendo di questi dati odierni per ipotizzare che la FED ora avrà nuovi tentennamenti prima di alzare con decisione i tassi di interesse e soprattutto di cambiare la view espansiva della politica monetaria anche per i mesi a venire.

La mia convinzione è che servirebbe ben altro per fare sì che la banca centrale americana non colga l’occasione di un tale ciclo virtuoso per alzare i tassi tra circa quindici giorni. E poi anche successivamente.
Le colombe stavolta sono disarmate. Un ‘alternativa è sempre quella di rivelare al mondo il perché di tanta cautela . Cautela inspiegabile almeno da qualche anno, con le borse USA ai record e le dinamiche economiche dalla disoccupazione in giù sempre in trend di miglioramento.

Buchi nelle banche?
Bilancio federale non trasparente?
Stampa di dollari in eccesso?
Timori di nuovi sub-prime in arrivo?
Hedge Fund e company da fare rientrare?
Queste sono solo alcune delle ipotesi che possiamo fare per cercare di capire il perché di una politica monetaria così accomodante quanto anomala in relazione al contesto generale in cui si è praticamente stabilizzata.
Se  anche a settembre la FED batterà flanella e non alzerà i tassi, manovra inspiegabile dal punto di vista macro, sapremo che davvero sotto sotto cova, che so, una nuova Lehman Brothers?

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