Dal 3 giugno via libera all’apertura dei confini

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A decorrere dal 3 giugno 2020 l’Italia ha dato il via libera all’apertura dei confini e all’abbandono delle ultime restrizioni. Quindi, da quella data non saranno più soggetti a limitazione gli spostamenti dall’Ue, e dall’area Schengen. Sono compresi nell’area: Svizzera, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord, Andorra, Principato di Monaco, Repubblica di San Marino e Città del Vaticano. Questa la decisione adottata dal Governo, con il Dpcm nel quale verranno regolati gli spostamenti e le ultime aperture, secondo la tabella di marcia già tracciata. Quest’ultima ha subito, da ultimo, gli adattamenti nascenti dalle istanze provenienti da più parti, circa l’anticipazione di talune aperture.

Nel decreto si specifica anche che per muoversi all’interno della Regione in cui si vive, dal 18 maggio 2020, non occorrerà più l’autocertificazione. Inoltre, da quella data, si potrà far visita anche agli amici oltre che ai congiunti, anche se permane il divieto di assembramento. Per la mobilità extraregionale bisognerà aspettare invece il il 3 giugno, anche se c’è la possibilità di spostarsi tra una regione e l’altra anche prima di quella data. Ciò, però, è possibile solo con l’autocertificazione e per comprovate ragioni di necessità, salute e lavoro.

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Cosa si potrà fare dal 3 giugno

Dal 3 giugno, come anticipato, riapriranno anche le frontiere. Si potrà entrare in Italia dall’Unione Europea e da tutta l’area Schengen, senza doversi sottoporre ai 14 giorni di quarantena. Sul fronte delle attività commerciali, si potrà superare il più restrittivo regime di misure protettive, per lasciare spazio ad una maggiore elasticità. Ciò varrà per bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti, spiagge, negozi al dettaglio, che potranno superare i parametri di sicurezza fissati dall’Inail. Molto probabilmente, infatti, per essi varrà un protocollo meno stringente adottato dopo una tesa trattativa tra i governatori regionali.

Detto protocollo consisterà: nel rispetto di 10 metri quadrati per ombrellone in spiaggia e la riduzione ad 1 metro della distanza tra i clienti di bar e ristoranti. Anche in caso di adozione di misure più elastiche, però, il mancato rispetto dei dei protocolli o delle linee guida regionali comporterà la sospensione dell’attività.

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