Crollo di Borsa: farebbe bene?

crollo di Borsa

Questa situazione di stallo con le banche centrali ferme   ma senza un vero e proprio crollo di Borsa in corso sta innervosendo Trump ma anche molti operatori dei mercati.

Qualcuno arriva a pensare che un ribasso verticale  di Borsa, di quelli sonori, sarebbe l’ideale per uscire da questa impasse.

Da un lato le banche centrali FED e BCE in testa potrebbero rompere gli indugi sul fronte delle aperture monetarie, dall’altro i prezzi di borsa tornerebbero ad essere super attraenti.

Borse USA stranamente affaticate

Ultimamente anche le Borse americane paiono stranamente affaticate.

Nonostante trimestrali per lo più positive e promettenti i prezzi stentano, come viceversa ci avevano abituato negli ultimi anni, a riprendere la strada del rialzo.

Sembra quasi che il mercato cominci a credere o meglio pretendere  che la FED si muova per abbassare i tassi prima del previsto.

Ciò sia per contenere l’aggressività di Trump che per evitare un vero e proprio crollo di borsa che, cedendo i prossimi supporti, diverrebbe quasi inevitabile, quanto pesante.

Va da sé che una FED in apertura monetaria trascinerebbe la BCE con benefici effetti anche sugli asfittici listini europei e a cascata sugli emerging markets.

Trump sta tirando troppo la croda sui dazi

L’escalation globale sui dazi di Trump, passata ora dalla Cina al Messico, se insistita ancora a lungo,potrebbe indurre una clamorosa frenata del ciclo economico americano.

Teniamo conto che per qualche analista il crollo di Borsa potrebbe anche essere anticipato e verificarsi a causa anche di qualche singolo dato macroeconomico importante pesantemente negativo.

La FED si muoverà in anticipo?

In questo contesto di tensione e paure latenti la FED potrebbe giocare un ruolo fondamentale.

Riuscirà Jerome Powell a giocare d’anticipo e muovere la FED giusto l’attimo prima che il crollo di Borsa abbia inizio?
Finora le parole sono bastate a sostenere la fiducia di fondo degli operatori.

S&P 500 senza rotazione settoriale

A guardare però la discesa di maggio dell’S&P 500 in particolare si nota come i prezzi stiano cedendo in modo diffuso tra i settori dando così spazio alla lettura più pessimistica.

Se La FED indugerà troppo si andrà dunque a ricreare quella tipologia di turbolenza borsistica di inizio  millennio e poi di post sub-prime che in seguito diventa più difficile da fronteggiare ed arginare.

Ora resta da capire a che punto della parabola siamo. Certo è che prima i prezzi daranno un segno concreto di vitalità e prima lo spettro di un vero e proprio crollo di Borsa sarà allontanato.

Viceversa solo le banche centrali potranno ma a quel punto in ritardo porvi rimedio.

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