Crollo di Borsa, cosa potrà ampliarlo e/o fermarlo?

Era da tempo che non si vedeva un crollo di Borsa così generalizzato e convinto.

Soprattutto è la continuità delle candele nere che cambia le regole del gioco rispetto alle stornate più recenti.

Questa caratteristica ci anticipa che siamo alle porte di un vero tonfo ancora più profondo?

Ovvero semplicemente questo movimento  ha fatto tutto in fretta per terminare più rapidamente?

In realtà vi è anche un terza via che analizzeremo in fondo all’articolo…

Crollo di borsa: anteprima di un sell off vecchi tempi?

Se non ricordo male l’ultimo vero sell off coi prezzi in caduta libera del 10% e anche più risale al 2011 (e prima al 2015).

Il doppio massimo decrescente che si è formato, anche su base mensile, richiama quella situazione.

E’ anche vero che l’analisi grafica non è più di moda come allora.

Tanto meno viene seguita sulla pagine di ProiezionidiBorsa su cui si viaggia in base ad algoritmi ben più avanzati e complessi. Oltreché efficienti!

Ciò non toglie che il rischio esiste, proprio perché la dinamica, anche giornaliera, sta avendo quella continuità nel negativo che mancava da tempo.

La rottura di certi livelli di minimi anche recenti aprirebbe davvero una falla difficile da arginare.

La velocità del movimento come antidoto a un trend orso?

Proprio la velocità e continuità con cui i listini, specie in Europa, si sono mossi al ribasso potrebbe anche aprire le portea un rimbalzo o recupero che dir si voglia.

Ripresa dei corsi anche più ravvicinata di quanto in queste ore di lettera si potrebbe immaginare.

In questo senso anche una giornata di sell off potrebbe accontentare i venditori e fare scattare acquisti importanti.

Ma per far sì che dopo un sell off gli strascichi si prolunghino nel tempo è necessario che già il giorno dopo i prezzi risalgano quasi completamente la china e almeno integralmente nella sua parte di eccesso.

Crollo di Borsa: una convalescenza in laterale prolungata

Una terza via è che i mercati stiano di fatto creando la base per poi lavorarci in un prolungato trading range.

In fin dei conti il là al ribasso è arrivato dal famoso Tweet di Trump che ha riaperto la guerra dei dazi con la Cina.

Un Trump infastidito dalla FED che ha tagliato di “solo” 0.25% i tassi e che ha reagito schiacciando il tasto più dolente.

Quel tema doganale in grado di immettere nelle Borse il tarlo dei dubbi su svariati fronti di possibili conseguenze e sviluppi negativi.

D’altronde lo scopo di Trump è che economia e mercati abbiano ancora cartucce da sparare quando fra poco più di un anno inizierà la campagna elettorale.

Periodo di elezioni che lo vedrà in prima linea per la riconferma alla Casa Bianca.

In questo senso l’ipotesi di un ampio trading range da movimentare in su e in giù a colpi di Tweet studiati di fino diventa molto plausibile.

Per poi lasciare la briglia sciolta ai mercati a campagna elettorale in corso…

Anzi,  di più!Non ci sarebbe da stupirsi se ora Trump frenasse la FED a tagliare al massimo di uno 0,25%!

Perché viceversa, una FED molto morbida, insieme a una BCE che qualcosa dovrà fare, potrebbero fare riscattare il toro in Borsa prima di quando gli farà comodo.

 Approfondimento

Occasione di acquisto per i mercati?

 

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