Crisi ucraina: quali analogie e differenze con il passato?

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La crisi ucraina, che ormai trova ampio spazio sui principali media, si inserisce in un ben preciso contesto storico.

Quello dei rapporti tra USA e Russia e, in generale, tra Occidente e Russia. Rapporti che non sono mai stati semplici, neppure dopo la fine dell’URSS e del Patto di Varsavia.

E la crisi ucraina ne è un’ennesima dimostrazione.

Ma cosa cambia rispetto all’epoca della guerra fredda?

Crisi ucraina: quali analogie e differenze con il passato?

Durante la guerra fredda la pace tra opposti blocchi geopolitici era assicurata dal cosiddetto equilibrio del terrore.

Nessuna della due superpotenze avrebbe realmente osato attaccare Stati appartenenti al blocco opposto, per timore di una vasta rappresaglia anche di tipo atomico.

L’equilibrio del terrore si basava, infatti, sulla possibilità di ogni superpotenza di scatenare una reazione atomica, prima che le armi nemiche annientassero il proprio arsenale atomico.

Anche per questo motivo una grave crisi fu quella dei missili di Cuba.

In quella circostanza, l’URSS voleva dotare di rampe per missili con testata nucleare Cuba, missili che avrebbero potuto raggiungere il territorio degli USA prima che questi potessero far scattare una reazione.

E tale circostanza determinava una rottura dell’equilibrio del terrore, proprio perché sussisteva il rischio che l’arsenale statunitense venisse distrutto prima di una possibile reazione.

Sappiamo che, fortunatamente, quell’episodio si concluse positivamente.

Ma altri episodi vi furono, in cui l’URSS attivò le proprie risorse militari.

Come nel caso dell’invasione di Ungheria e Cecoslovacchia.

Quali differenze?

In quel caso, però, si trattò di intervenire all’interno della propria cosiddetta sfera di influenza, ossia nell’ambito stesso del Patto di Varsavia.

Nel caso dell’Ucraina siamo di fronte ad uno Stato, che una volta faceva parte dell’URSS, ma che ora è sovrano ed indipendente.

Anzi, Stato che fa parte, semmai, della sfera di influenza USA, vista anche la volontà di entrare nella Nato.

Si tratta, ad avviso di chi scrive, della principale differenza rispetto a situazioni come quella ungherese e cecoslovacca.

E se l’Afghanistan presenta altro caso, che per certi versi potrebbe essere simile, occorre però dire che questo Paese non faceva parte di un’area geostrategica, direttamente parte dell’ambito di influenza della Nato.

Nonostante ciò, in quel caso si ingenerò comunque un conflitto, durato a lungo, che vide l’appoggio ai resistenti afghani di vari Stati, gli USA, ma non solo.

La differenza rispetto a quella situazione è che l’Ucraina viene considerata far parte dell’area geostrategica occidentale, e quindi sarebbe difficile non pensare ad un conflitto con impegno diretto anche da parte di Stati Uniti e forse di altri Paesi.

Insomma, un conflitto che rischierebbe peraltro di allagarsi in modo incontrollato.

La guerra è tutt’altro che sicura, ma nulla è escluso a priori.

Secondo servizi di intelligence USA dovrebbe deflagrare il 16 febbraio, anche se questa data pare forse più un’indicazione propagandistica, che altro.

Insomma, a proposito della Crisi ucraina e di quali analogie e differenze esistano con il passato, il prosieguo della situazione ci dirà se si è trattato solo di una situazione propagandistica. Magari per ottenere qualche risultato da parte russa, come la rinuncia dell’Ucraina a far parte della Nato.

O se, in caso di fallimento della diplomazia, vi sia un’effettiva volontà della Russia di invadere l’Ucraina.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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