Crisi sanitaria, quarta ondata e possibili riflessi sull’economia

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Oggi affronteremo il seguente argomento: crisi sanitaria, quarta ondata e possibili riflessi sull’economia.

Già con oltre sei mesi di anticipo avevamo espresso la nostra prudenza nel dichiarare conclusa la crisi sanitaria. Per chi volesse verificare come la nostra visione di sei mesi fa sia aderente con la realtà odierna rimandiamo a questo articolo del 23 maggio 2021 ed a questo articolo del 21 giugno 2021.

In questi articoli, sostenevamo prematuro affermare che la massiccia campagna di vaccinazione avrebbe risolto la crisi sanitaria. Ovviamente nessuno ha la sfera di cristallo, ma a volte un buon analista deve sapersi porre delle domande ed usare il buon senso e la logica per dare delle risposte.

Il nostro ragionamento si basava sul fatto che non si poteva determinare l’efficacia dei vaccini durante la stagione estiva. In questa stagione infatti i virus influenzali, del raffreddore e corona in genere sono meno aggressivi a causa dell’insolazione, delle aumentate temperature dell’aria e del maggior tempo che la gente trascorre all’aperto. Per questo motivo sostenevamo nei nostri articoli citati qui sopra, che per dare una risposta definitiva occorreva attendere l’autunno con la riduzione dell’insolazione e l’abbassamento delle temperature. Questo era anche dimostrato dal fatto che già nell’estate 2020, pur senza disporre di vaccini, la contagiosità e la circolazione virale si erano praticamente azzerate, per poi riprendere violentemente nell’ottobre dello stesso anno.

C’è un ulteriore elemento da aggiungere a questo ragionamento.

Riteniamo che la maggior parte dei politici, dei governanti, dell’opinione pubblica e dei media mainstream sia stata troppo ottimista nel vedere il vaccino come soluzione definitiva, salvifica ed unica possibile.

Secondo noi invece era e rimane importante affiancare il vaccino ad un potenziamento della medicina del territorio, delle terapie domiciliari, della ricerca sulle terapie e ad investimenti di espansione della sanità pubblica, sia in termini di organico che di strutture (terapie intensive incluse).

Crisi sanitaria, quarta ondata e possibili riflessi sull’economia

Anche questo lo avevamo espresso in tempi non sospetti, circa quattro mesi fa in questo articolo del 31 luglio 2021:

“Bene investire sui vaccini, ma è altrettanto importante dedicare le risorse virtualmente illimitate (“economia di guerra”), per potenziare terapie intensive, ospedali, medicina del territorio. Oppure per la ricerca e la sperimentazione di farmaci per il trattamento e per le cure preventive e successive, al fine di complementare i vaccini”

Siccome la maggior parte dei nostri Lettori sono anche degli investitori, essi sanno bene che una buona diversificazione del portafoglio ne aumenta l’efficacia limitandone i rischi.

Ecco, lo stesso principio andrebbe utilizzato nella lotta al Covid 19. Il vaccino andrebbe affiancato con i fattori sopramenzionati, in modo da avere un portafoglio di risposte alla crisi, invece che puntare tutto sulla sola soluzione vaccinale.

Ci sono a nostro avviso almeno due fattori che indicano la necessità di diversificare la risposta alla crisi. Essi sono innanzitutto la durata della protezione vaccinale e poi anche la loro capacità sterilizzante.

Durata della copertura vaccinale

Ormai la scienza sembra riconoscere sempre di più come la durata della protezione da vaccino sia di circa 3-6 mesi, con un progressivo decadimento della protezione che inizia già nelle prime settimane dall’inoculazione. Ora considerando che i primi ad essere vaccinati hanno ricevuto la seconda dose tra marzo e maggio, oggi che ci avviamo alla fine di novembre, sappiamo che la maggior parte dei vaccinati non sono più protetti, in quanto hanno avuto la seconda dose più di sei mesi fa. Quindi aver vaccinato con doppia dose quasi il 90% della popolazione (secondo i dati ufficiali) è un dato che seppur veritiero, infonde una falsa sicurezza. Infatti una buona parte di quel 90% vaccinato, ha già superato i 3-6 mesi dall’ultima dose e quindi non è coperto, facendo in realtà scendere drasticamente la reale percentuale di copertura della popolazione.

Capacità sterilizzante

Sappiamo che per raggiungere l’immunità di gregge e debellare il virus in modo definitivo, sarebbe utile che chi è immunizzato abbia una capacità sterilizzante, ossia quella di non contagiare gli altri. Questo rappresenterebbe da solo una vera e propria barriera all’ulteriore circolazione del virus.

Secondo l’attuale orientamento scientifico il vaccino contro il Covid non procura una capacità sterilizzante. Questo vuol dire che chi è vaccinato continua ad infettare e ad infettarsi e che il virus continua a circolare. Questa è una caratteristica di quasi tutti i tutti i vaccini, specie di quelli contro virus del gruppo corona. Questi virus, hanno la caratteristica di mutare continuamente. È anche per questo motivo per esempio che non si è mai riusciti a debellare l’influenza stagionale o che non si è ancora riusciti a creare un vaccino contro l’HIV.

Quindi, così come avviene con le influenze stagionali, anche per il Covid-19 dobbiamo prepararci ed organizzarci per convivere con ondate stagionali, cosi come facevamo prima con l’influenza.

Fino a quando? Beh almeno finché una nuova emergenza si riveli più impellente di quella attuale.

Tecnica con RNA messaggero

Ci sarebbe poi un terzo fattore del quale accenniamo solo brevemente perché sarebbe troppo tecnico. Esso riguarda la tecnica a mRNA. Tentando di semplificare, con questa tecnica introduciamo nelle nostre cellule un’informazione che consente loro di sviluppare un anticorpo che aggredisce la proteina spike del virus.

Ebbene se il prossimo virus o una variante di quello attuale fosse più letale, più contagioso ma sprovvisto di proteina spike?

Conclusioni

Dopo questa disamina, quali conclusioni possiamo trarre e quali potranno essere i riflessi per l’economia?

Secondo noi, nel breve termine ci potranno essere ripercussioni sull’economia e sui mercati. Perchè questo? A causa di nuove ondate che potrebbero essere sfruttate da alcuni governi per applicare nuove misure restrittive. Questo avverrebbe a danno di alcune fasce di popolazione o di alcuni settori o categorie di imprese. Nuove misure di contenimento del virus che si dimostrassero autoritarie, liberticide o antidemocratiche avrebbero un duplice effetto negativo sull’economia. Da un lato potrebbero creare un terreno fertile a proteste e scontri, a causa dell’aumentata tensione sociale. Dall’altro avrebbero un effetto recessivo diretto, a causa della riduzione della produzione e dei consumi.

D’altro canto, nel lungo periodo i mercati e le imprese dovrebbero essere in grado di adattarsi a convivere con questa nuova situazione che si appresta ormai a divenire endemica. Un eventuale nuovo effetto recessivo, potrebbe indurre le banche centrali a continuare o addirittura espandere le attuali politiche monetarie. Politiche monetarie espansive sostengono in mercati e fanno aumentare il prezzo di tutti i valori patrimoniali reali, inclusi gli asset finanziari. In questo scenario, sarà importante assicurare il corretto funzionamento della catena della produzione e dell’offerta, per non rischiare di scivolare in una situazione iperinflattiva.

Approfondimento a Crisi sanitaria, quarta ondata e possibili riflessi sull’economia

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