Crisi di identità applicabile anche all’attuale crisi di Governo?

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Una interessante interpretazione dell’attuale crisi di Governo riconduce al concetto di crisi di identità.

Ma, innanzi tutto, che cosa è una crisi di identità?

Solitamente, con tale espressione si intende una situazione in cui una persona perde i propri essenziali riferimenti, con cui si era identificata nel suo precedente percorso di vita.

Riferimenti che possono riguardare molteplici aspetti, da quelli lavorativi ai valori personali, e di altro tipo.

Ma, quindi, una crisi di identità è concetto applicabile anche all’attuale crisi di Governo?

Capita a volte che un soggetto perda i propri riferimenti, e che quindi cada in crisi. Non si riconosce più in determinati valori prima professati, ad esempio, o non condivide più l’interesse per quello che fa o che è stato sinora.

Una situazione di questo tipo potrebbe condurre anche a forme di psicopatologia, come sono le nevrosi.

Ma anche a qualcosa di peggio.

Mi riferisco allo sdoppiamento di personalità, vera e propria psicosi.

Anche se in questo caso, più che perdere la propria identità, il soggetto che ne viene colpito assume personalità diverse e distinte, ognuna delle quali non è solitamente al corrente delle altre.

Ecco quindi anche la possibilità di assumere i tratti di un feroce serial killer da parte di un soggetto che ha anche una personalità di benefattore.

Una o più personalità coesistono, e lo stesso soggetto, quindi, potrebbe ritenersi anche uomo o donna secondo la personalità del momento, senza eventualmente alcuna consapevolezza di essere anche quell’altro.

Sindrome nota anche come disturbo dissociativo di identità, ben noto in ambito psichiatrico.

L’identità dei soggetti non persone fisiche

Ma il concetto di identità può essere applicato anche a soggetti diversi dalle persone fisiche.

Ad esempio una società, un’azienda potrebbe avere una identità fondata su valori gerarchici e tradizionali. Un’altra, invece, potrebbe identificarsi maggiormente con un certo dinamismo ed una propensione all’innovazione.

E parimenti, di identità possiamo parlare a proposito di movimenti e partiti politici.

Si dice, infatti, che la sinistra ha la sua identità, e che una identità diversa contraddistingue la destra, ad esempio, e via di seguito.

La tesi della perdita di identità nell’attuale crisi di Governo

Chiariti quindi alcuni concetti relativi a identità e perdita dell’identità, veniamo a una tesi, che alcuni osservatori ritengono applicabile all’attuale contesto della crisi di Governo.

Secondo questa tesi, la crisi sarebbe stata determinata da una crisi di identità di Italia Viva.

Questo partito, e soprattutto il suo leader, non identificandosi più, o almeno non nella stessa misura di prima, con i valori prima condivisi, si sarebbero trovati in difficoltà nel continuare un percorso politico con le forze della maggioranza, di cui facevano parte.

Per certi versi, questo è sicuramente vero.

Ma, personalmente, ritengo maggiormente decifrabile la situazione, invece, con un concetto opposto, quella del rafforzamento della componente identitaria.

Infatti, più che il non riconoscersi nella precedente identità, dobbiamo considerare cosa succede nei cosiddetti governi di coalizione e perché questi ad un certo punto cadono.

Quando si forma un esecutivo di coalizione, ovviamente si parte da una pluralità di partiti, ognuno dei quali ha ovviamente i suoi valori, i suoi programmi, ed altri elementi, che formano infatti l’identità del partito.

Se su molti punti ogni forza politica volesse necessariamente far prevalere le proprie posizioni, difficilmente un governo potrebbe formarsi.

Bisogna quindi raggiungere un accordo. Ed è proprio in tale circostanza che viene meno, in parte, la componente identitaria di ogni partito, per lasciare invece maggior spazio alle ragioni della coalizione.

Ognuno rinuncia, consapevolmente, a qualcosa di sé, per lasciar maggior spazio alla condivisione di tratti e programmi in comune.

Quando va in crisi un governo di coalizione?

Un governo di coalizione va quindi in crisi non tanto quando un partito cambia strutturalmente la propria identità, non riconoscendosi più neppure nelle precedenti alleanze.

Quanto, piuttosto, nelle situazioni in cui non intenda più rinunciare alla propria componente identitaria.

In questi casi, è vero che si rinuncia ad una identità, ma questa non è quella del proprio partito.

Semmai è quella della coalizione, che confligge ormai troppo con la propria.

Un caso evidente si riscontra proprio nella situazione attuale.

Italia Viva ha lasciato il Governo perché alcuni tratti con cui l’esecutivo si andava sempre più identificando, confliggevano sempre più con i propri.

Sino al punto di constatare che si era superato quel livello di guardia, in cui un partito rischia di perdere completamente i propri irrinunciabili valori, se continua a far parte di una maggioranza, in cui rischia di identificarsi sempre meno.

Evidentemente, Renzi ha ritenuto che ormai il Recovery Plan, migliorato, ma non sufficientemente, una rinuncia al MES in questa fase, provvedimenti economici sempre più insufficienti, e un atteggiamento del Presidente del Consiglio che pare orgoglioso di un Governo che non ha risolto problemi sanitari ed economici, nonostante le tante parole e promesse sbandierate, unitamente ad una tendenza a voler puntare su cashback e bonus, non condivisa, fossero tutti elementi di una identità dell’azione di Governo, in cui egli ed Italia Viva si riconoscevano sempre meno.

Abbiamo quindi spiegato, in questo articolo, a proposito del tema “crisi di identità: applicabile anche all’attuale crisi di Governo?” come un rafforzamento della componente identitaria di un partito politico, a scapito di quella comune, che riguarda maggioranza ed esecutivo, possa stare alla base di una crisi, come quella in corso.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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