Crisi di Governo in Italia? Si va allo sbando? Scenari politici e finanziari

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E’ possibile e probabile una crisi di Governo in Italia?

Proseguo oggi la disamina dei retroscena e delle possibili conseguenze della situazione dettata da decreto fiscale e lettera di Moscovici.

Come vedremo, le due questioni sono strettamente collegate, ma come al solito, procediamo con ordine.

CONFERME DELLO SCENARIO DELINEATO NELL’ ARTICOLO DI IERI

Intanto, domandiamoci se Di Maio, come aveva platealmente annunciato da Vespa, si sia recato in procura a denunciare l’accaduto.

A quanto pare, ai giornalisti che gli ponevano tale domanda, ieri ha glissato e non risulta che la denuncia sia stata presentata.

Del resto, la ricostruzione formulata dal leader pentastellato non solo è stata smentita dal Quirinale, cosa ormai arcinota, ma anche da altri membri dell’esecutivo, che hanno detto che quel testo è quanto approvato dal consiglio dei ministri.

COME STANNO, QUINDI, LE COSE E PERCHE’ DI MAIO HA FATTO QUELLE DICHIARAZIONI? POSSIBILE UNA CRISI DI GOVERNO?

Tutto origina dalla ratio, dal motivo per cui la possibilità di far emergere imponibile non ancora dichiarato si accompagna anche a sanatorie penali.

Si tratta di una normativa presente in tutti i casi di sanatoria, o condono, o chiamatelo come più vi pare.

Come noto, sino ad un certo limite, gli eventuali illeciti sono esclusivamente di natura amministrativa/tributaria, e quindi danno luogo a sanzioni finanziarie.

Ma oltre un certo limite la questione diventa di rilevanza penale, e si tratta di veri e propri reati tributari, che prevedono anche sanzioni detentive.

E’ quindi evidente che chi intendesse accedere ad una sanatoria, non lo farebbe mai, se conseguisse solo una sorta di sanatoria amministrativa, implicante però il rischio di procedimenti penali, conseguenti alle proprie dichiarazioni.

Pertanto nelle normative di questo tipo, è consuetudine inserire anche norme in materia di estinzione degli eventuali reati connessi.

Del resto, una sanatoria serve a far emergere base imponibile sinora evasa, e servirebbe a poco un provvedimento che non garantisse anche sotto il profilo penale.

Peraltro, stando anche alle dichiarazioni degli esponenti leghisti dell’esecutivo, tale componente della normativa era presente nel testo ed anche i pentastellati lo sapevano.

E’ soprattutto a fronte di tali aspetti penali che Di Maio sta dicendo stop a questa parte del decreto.

Vediamo perché. Questo potrebbe portare ad una crisi di Governo?

ORA QUALE PROBLEMA RAPPRESENTA PER I 5 STELLE LA COMPONENTE PENALE DEL PROVVEDIMENTO?

Il motivo principale, quindi, per cui Di Maio è contrario al provvedimento di depenalizzazione, o meglio di estinzione del reato, riconduce al sentimento di netta avversione che una parte cospicua del suo movimento nutre per questo tipo di provvedimento.

Il leader pentastellato si trova tra incudine a martello.

Se lascia passare il provvedimento, è evidente la ripercussione politica conseguente alla contraddittorietà rispetto ai programmi dei 5 stelle.

Ma se non lo fa, rischia di far saltare il governo, ed infatti sono stati abbastanza chiari i toni e le parole dei leghisti, a partire da Salvini, che ha parlato di scie chimiche e di alieni.

Pertanto non gli resta che dichiarare che quella parte del provvedimento non era stata concordata.

MA QUALE RAPPORTO ESISTE TRA LETTERA DI MOSCOVICI E DECRETO?

Come noto, la lettera consegnata ieri, personalmente, da Moscovici a Tria, ha usato toni inusitatamente duri verso la legge di bilancio, di cui fa parte il decreto fiscale come decreto collegato.

Ma, non dimentichiamolo, il provvedimento di condono in esso contenuto rappresenta parte significativa delle fonti di copertura, relativa alla base imponibile sinora non emersa, e che si spera appunto di far emergere.

Già la finanziaria, per come è messa, e senza significativi cambi di rotta, che dovrebbero essere comunicati da Tria entro pochi giorni, probabilmente, anzi sicuramente, verrà bocciata in sede UE, ed allora, che dire di un provvedimento che addirittura prevedesse, senza quel condono, una copertura in meno?

Perché parte delle coperture per le varie misure di spesa prevista, tra cui il reddito di cittadinanza, consisterebbe proprio nel condono previsto.

Altra tesi che non mi sento di escludere, quella che riconduce ad una riunione in cui si sia fatto presente a Di Maio che probabilmente, a finanziaria invariata, il paese rischia grosso.

Ed ecco, quindi, la tipica situazione di chi si trova tra incudine e martello: di qua il giudizio dei mercati, di là il movimento e la base elettorale, che non gli perdonerebbero il fatidico condono.

Da parte sua, altrettanto evidentemente, la lega non può desistere dalle proprie posizioni, e neppure Tria, che già troverà difficoltà nel rispondere all’UE, pur a condono eventualmente confermato.

Ed i mercati? Cosa accadrebbe con una crisi di Governo?

Attenzione ai falsi segnali in ottica di investimento sui BTP.

Osservando, infatti, la curva dei rendimenti relativa ai titoli di stato italiani, in particolare sul tratto sino ai 5 anni si nota un incremento della pendenza rialzista della curva, rispetto anche solo ad un mese fa.

Eppure si sarebbe detto il contrario, sentendo ormai tutti i media parlare di crisi finanziaria, crisi politica, di mercati che remano contro, e chi più ne ha, più ne metta.

Interpretando invece correttamente proprio queste indicazioni dei mercati, possiamo ipotizzare che sì, i mercati remino contro, ma non contro l’ipotesi di crisi, anzi.

Parrebbe che siano invece sollevati dall’ipotesi di una crisi dell’esecutivo pentastellato, proprio perché non credono nelle ipotesi finanziarie formulate da questo esecutivo, e forse anche in vista di questa crisi, pur in un quadro tecnico ribassista per il btp, stanno tuttavia incrementando la pendenza rialzista della curva, segnale semmai di una maggior fiducia nella sostenibilità del debito.

Guarda caso, nel momento in cui scrivo la candela giornaliera del btp future è verde, e sarà anche solo un rimbalzo, ma difficile se si prevedesse la crisi di un governo ben voluto dai mercati.

MA SARA’ CRISI DI GOVERNO?

L’unico modo di uscire dalla crisi politica, e che si tratti di questione politica ieri è stato confermato da diversi esponenti pentastellati, sarebbe un passo indietro, quello di rinunciare al condono, ma questa ipotesi difficilmente potrà costituire un’opzione sul tavolo delle possibili scelte, anche a fronte della necessità che vi sarebbe di trovare coperture alternative.

Tra qualche giorno scade il termine per l’invio delle comunicazioni di Tria, pertanto mancherebbero comunque anche solo i tempi tecnici per provvedere.

Da parte sua, dopo aver detto tutto quello che ha detto, Di Maio potrebbe restare al governo a decreto invariato, intendo dire comprensivo della parte aspramente rinnegata?

Certo, la politica è anche lo scenario dove va maggiormente in scena il mai dire mai, ma Di Maio non è Andreotti, e non credo abbia tra i suoi consiglieri qualcuno dalla capacità machiavellica di andreottiana memoria, di uscire brillantemente da ogni impasse.

La crisi di governo diviene quindi una possibilità molto concreta, e probabilmente i mercati festeggerebbero, forse senza ritegno.

Approfondimento Obiettivi ribassisti del Ftse Mib

 

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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