Crisi di Governo in Italia? Effetti sui mercati

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Facendo seguito all’articolo di venerdì scorso sulle dinamiche tecniche e cicliche del Ftse Mib, affrontiamo in questo articolo il tema della crisi di governo.

Di seguito un indice per dare maggior ordine agli argomenti trattati.

  • Possibile crisi di governo: già prevista
  • Il nodo delle scadenze sulla tav
  • Diversi scenari e prospettive economiche: effetti diversi tra reddito di cittadinanza, tav ed altri cantieri
  • L’assist del centro destra ed i risultati elettorali
  • Crisi: quali effetti su eurusd
  • Crisi: quali effetti sulla borsa
  • Verso quali date?
  • Soluzione parlamentare o referendaria?

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT
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Crisi di Governo: già prevista

Come qualcuno ricorderà, l’ipotesi di una crisi dell’esecutivo giallo-verde già era stata prevista da alcuni analisti, tra cui il sottoscritto.

Questa ipotesi partiva da un ragionamento, che possiamo riassumere come segue.

I motivi di contrasto tra Lega e 5 stelle sono più d’uno, termovalorizzatori, prescrizione penale, legittima difesa, reddito di cittadinanza.

Tuttavia sinora il Governo ha resistito alle forze centrifughe.

Ma era pensabile che soprattutto la questione Tav fosse diversa.

La ragione non consiste, tuttavia, a ben vedere, nella Tav stessa, ma piuttosto nelle sue implicazioni economiche.

Questo Governo si è retto sinora soprattutto su alcuni assunti economici di fondo: puntare su misure economiche, in gran parte riconducibili a spese in conto corrente, in primis il reddito di cittadinanza, anche al fine di mettere in atto effetti moltiplicatori nel sistema economico.

Ma tali effetti possono esserci solo quando il tutto già sia stato messo in moto.

Invece spese in conto capitale, tipicamente nelle infrastrutture, determinano un più veloce impatto moltiplicatore, soprattutto se riferite ad opere in parte già operative, ma anche in termini di aspettative che determinano, solitamente, prospettive più ottimistiche sull’economia.

Il problema è quindi il seguente: cosa succede se certi effetti economici delle attuali misure governative vengono non confermati?

In tal senso le analisi di diverse istituzioni, che restituiscono scenari stagnanti o recessivi per la nostra economia.

Crisi di Governo e conti pubblici

Ovviamente ne consegue la criticità per conti pubblici e situazione macro, con altrettanto inevitabile scontro con le istituzioni europee.

La probabile conseguenza è quella di una possibile serie di future politiche restrittive, che ovviamente un partito difficilmente tende ad accollarsi.

E’ quindi questa la differenza di fondo rispetto all’impatto di altre misure.

Avere visioni diverse su cosa possa funzionare di più e cosa meno dal punto di vista economico è fonte di contrasto nel Governo.

Ovviamente la Lega non intende accollarsi il rischio di vedersi additare come partito poi corresponsabile di eventuali misure economiche restrittive.

Soprattutto dopo le promesse elettorali incentrate su un generale alleggerimento fiscale e dopo una Flat Tax che ha assunto connotati ben diversi rispetto alle ipotesi originarie.

In un certo senso questo vulnus, questa spada di Damocle, incombeva sull’esecutivo sin dalla sua origine.

Le misure ipotizzate, per come poi realizzate, avrebbero sortito i previsti effetti espansivi?

Ed allora le cose potevano anche assestarsi.

Viceversa le cose sarebbero andate diversamente?

Ed allora, sorgendo il rischio di una profonda rivisitazione dell’intero impianto delle politiche economiche, sicuramente la tentazione di smarcarsi sarebbe stata decisiva.

Pure ovvio che misure, invece, come legittima difesa o prescrizione non potevano avere lo stesso impatto.

Pertanto, quando le altre volte si diceva che non avrebbero messo in crisi il governo, l’asserzione era fondata.

Questa volta decisamente meno.

Crisi di Governo e Tav

Ma dobbiamo tener conto di un’altra questione legata alla Tav, le scadenze tecnico legali.

Infatti l’opera è finanziata in parte con finanziamenti francesi ed Ue, che verrebbero meno nel caso in cui l’opera venisse annullata da parte italiana.

Ed anche la società incaricata deve rispettare determinate scadenze.

Pertanto, rispetto a temi che possono essere anche rinviati, in attesa di chiarimenti sul fronte politico, questa volta il tema in oggetto non attende gli accordi tra forze politiche.

Anche per questo motivo la Lega è soggetta ad una particolare pressione.

Superare determinati limiti di tempo comporta la perdita di finanziamenti, di penali, e certo la lega non è disponibile a farsi additare come corresponsabile di tale circostanza, soprattutto in una fase economica che invece richiede soldi per essere rilanciata.

Motivo in più che spinge verso la crisi?

Crisi di Governo ed effetti sull’economia

L’utilizzo della spesa pubblica come moltiplicatore economico, a suo tempo oggetto di attente analisi da parte di Keynes, ha spesso effetti diversi secondo il tipo di impiego.

Misure come il reddito di cittadinanza rischiano di avere un impatto espansivo molto più limitato rispetto ad opere infrastrutturali.

Il primo, come si usa dire, mette un po’ di soldi in tasca a persone che li useranno soprattutto per spese di prima necessità, certo con beneficio per loro e degli esercizi commerciali dove verranno effettivamente effettuate tali spese.

Invece un investimento in infrastrutture determina un effetto moltiplicatore in tutto l’indotto delle aziende interessate e con ricadute positive sulle relative ditte fornitrici, oltre che su tutti i percettori di redditi da lavoro inerenti a tali imprese.

In questo caso si determina, cioè, un effetto moltiplicatore più duraturo e maggiormente espansivo del ciclo economico.

Se poi confrontiamo la Tav con altre opere ancora da avviare, ovviamente la velocità di propagazione economica tende ad essere superiore nel primo caso, perché opere ancora da avviare, pur utili ed anzi, talora necessarie, devono prima superare varie formalità burocratiche e poi essere implementate, prima di portare ad effetti positivi sul ciclo economico.

Anche per questo motivo, è indubbio che soprattutto economisti di area leghista, invero non solo di area leghista, temano che il reddito di cittadinanza sia insufficiente a determinare quel positivo impulso, che dovrebbe contrastare le spinte recessive, ed ancora una volta si ripropone il dilemma se restare nell’esecutivo o restare fedeli alla propria visione.

E taluni dati già paiono confermare tali timori.

Altra questione è se effettivamente i ritorni economici della tav saranno positivi o meno, perché comunque l’investimento ha un determinato moltiplicatore economico, di cui tener conto, e questo effetto permane a prescindere da un ritorno positivo o meno per l’azienda che gestisce l’opera.

Crisi di Governo e risultati elettorali

A spingere per una crisi anche l’assist del centro destra.

In questi giorni Berlusconi ha confermato di essere disponibile a sostenere un esecutivo con Salvini premier.

La tentazione potrebbe quindi essere molto forte.

Anche a fronte di risultati elettorali che premiano la lega e penalizzano i grillini.

Peraltro la posizione leghista avrebbe maggiori elementi di raccordo con gli altri partiti del centro destra, non a caso nella stessa coalizione alle precedenti elezioni, rispetto ai 5 stelle, posizione leghista che non è sfociata in una forma di accordo strategico con questi ultimi, tanto che si parla di contratto, mai di alleanza.

Crisi di Governo ed effetti su Euro Dollaro e Borse

Se le decisioni della BCE, soprattutto in materia di TLTRO, possono avere effetti positivi su Borse ed Euro, in quanto potenziali elementi in grado di rilanciare almeno in parte l’economia europea, anche se contrastati dalle stesse dichiarazioni che infatti confermano un’attuale situazione di crisi, nonostante le apparenze analoghi effetti potrebbero derivare da una crisi di governo.

Dopo una prima fase all’insegna della negatività, probabilmente i mercati concentrerebbero poi la propria attenzione sulle prospettive del nuovo esecutivo che, sia esso di centro destra o di centro sinistra, porrebbe maggior peso sul fattore investimenti. Ne conseguirebbe un allontanamento dei timori legati a mancati investimenti e perdita di occasioni di rilancio economico.

Crisi di Governo: in quali date?

Se crisi effettivamente ci fosse, le più probabili date sarebbero quelle delle elezioni europee.

E’ anche questo un fattore da non sottovalutare, in quanto è opinione diffusa che Mattarella cercherebbe di evitare una crisi soprattutto dopo le elezioni europee, mentre sarebbe maggiormente disponibile a concederla prima, al fine di accorpare le diverse tornate elettorali.

Inoltre i risultati che danno vincente la lega sarebbero occasione da sfruttare prima che qualcosa cambi.

Soluzioni politiche , parlamentari e o referendarie?

Tuttavia la politica è l’arte del possibile.

E dopo alcune dichiarazioni che parevano confermare gli scenari di crisi, ecco che invece Salvini ha aperto all’ipotesi di far votare il parlamento o di indire un referendum sulla Tav.

In questo caso, la crisi sarebbe sventata per il momento, ma probabilmente solo rinviata.

L’esito di un voto in parlamento o nel paese difficilmente sarebbe scevra di ripercussioni sull’attuale esecutivo.

In parlamento, al netto del voto delle opposizioni, sarebbe evidente il prevalere di un voto favorevole o contrario alla Tav nella maggioranza, probabilmente favorevole, sommando il voto delle opposizioni a quello della lega.

Sarebbe quindi evidente la spaccatura tra 5 stelle e Lega, e difficilmente si potrebbe far ancora finta di niente.

Ma anche se il voto fosse referendario, come già successo con Renzi, difficilmente il voto contrario ad una delle posizioni in campo potrebbe non essere preso in considerazione dal partito che la sostiene.

Conclusioni

Come la storia politica italiana ci insegna, i giochi restano aperti a diverse soluzioni, ma una crisi non dovrebbe essere considerata come qualcosa di necessariamente negativo, soprattutto in considerazione delle aspettative che i mercati ripongono in una politica economica improntata a maggiori possibilità di rilancio.

 

 

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