Criptovalute: alternativa alle borse? Verifichiamolo nei prossimi giorni

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Sappiamo che tra la varie giustificazioni addotte per spiegare gli exploit del 2017 delle cripto-valute, una delle più accreditate è stata quella di considerarle un bene rifugio.
Certamente la blockchain ne attesta la tiratura limitata(almeno per i progetti seri…) e questo è un rilevante plus rispetto alla valute tradizionali spesso sfornate senza limiti come i soldini del Monopoli.

Dopo la grande abbuffata nel 2018 la depressione del settore. Non c’è stato verso di accreditare le cripto di un ruolo del genere. Né la discesa repentina dei listini a febbraio ha visto le monetine tech fare da parafulmine alternativo né tanto meno nelle successive fasi di recupero delle borse si è vista voglia di risalire.

Quindi né correlate né de-correlate. Quasi disperse.

Se non che, nelle ultime settimane qualcosa sta cambiando. Finita l’era della guerra alle cripto, che ho sempre interpretato come la volontà di limitare il numero di nuove ICO, a inizio 2018 dilagante, qualcosa sta cambiando. E non di poco conto.
I grandi player della rete da Google ai principali social hanno revocato (o stanno per farlo) il blocco alle inserzioni sulle criptovalute e annessi e connessi.

Il settore torna ad essere accettato ed al centro del business della rete.

Nelle ultime settimane il parco delle monetine si era progressivamente agganciato alla ripresa delle borse andando poi in accelerazione specie con Ripple in coincidenza con alcuni dei recenti massimi dello S&P500 americano. Tanto che era lecito pensare che fosse scattato qualche meccanismo di aggancio.

Oggi però alla prova del nove, di un ribasso che in Europa ha già assunto contorni importanti, le cripto segnano per lo più variazioni positive . Si ripropone dunque l’ipotesi di un listino in grado di fare da alternativa all’investimento azionario anche e soprattutto quando questo entra in crisi.

Insomma cripto come bene rifugio come ipotizzato agli albori?

E’ presto per dirlo occorreranno pazienza e dati che vadano ad inanellarsi nella stessa direzione per periodi e contesti prolungati.Già stasera avremo una prima parzialissima proiezione al riguardo.

Rimane in evidenza che, per chi è in uscita dall’equity, da oggi non esiste soltanto la quieta alternativa dei bond governativi(specialmente negli USA di nuovo attrattivi grazie al rialzo dei tassi di interesse)ma, per chi ama il brivido ( e raccomandiamo dosaggi ragionevoli e limitati), le criptovalute possono essere una alternativa.

Ricordiamo che sia Soros che altri esponenti dell’alta finanza internazionale proprio durante le fasi più critiche dei corsi del Bitcoin e dei suoi “fratelli” hanno rimosso il proprio veto al settore cripto dando il via ai propri piani di carico di monete, guarda caso tornate a corsi molto più appetibili.

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