Cresce la zizzania nel campo largo, Conte alza la testa e il PD teme il distacco

conte

Forte del consenso online dei suoi attivisti, Giuseppe Conte le sta provando tutte per recuperare in consenso. Dapprima, il tentativo di minare la stabilità del Governo Draghi con la discussione animata rispetto all’aumento del PIL del 2% per la spesa militare. Poi, resosi conto della poca coerenza rispetto al suo passato da premier, Conte avrebbe fatto un passo indietro. Infatti, ricordiamo che con il suo Governo, la spesa militare crebbe e di molto. A questo, aggiungiamo la chiacchierata con Mattarella, successiva a quella intrattenuta tra il Capo dello Stato e Mario Draghi. Probabilmente, il Presidente della Repubblica deve aver tentato di riportare l’avvocato ai lumi della ragione. E cioè che in questo momento, con una guerra in atto, andare al voto anticipato sarebbe un’irresponsabile follia.

Il PD perde la stampella

Arginato il primo tentativo in chiave destabilizzante, il passo successivo di Giuseppe Conte riguarda il PD. L’ex premier sta testando se smarcarsi dal partito democratico può conferirgli qualche mezzo punto in più. Nel frattempo, a far perdere la faccia al Movimento c’è anche la doppia gaffe di Virginia Raggi. Oltre ad aver propinato in pubblico il suo essere no vax convinta, viene accusata da molti politici di essere filorussa. Nel senso che sosterrebbe un certo propagandismo filoputiniano. Insomma, l’ex sindaca se così fosse, deve aver fatto male i conti. Forse non ha valutato la differenza che c’è tra il pensiero libero e personale (certamente legittimo) e l’opportunità di poter rendere pubblico tale pensiero. Un fuori onda che però è stato trasmesso in diretta e che si potrebbe perdonare solo ad un giovane che si affaccia per la prima volta in politica al compimento della maggiore età.

Cresce la zizzania nel campo largo, Conte alza la testa e il PD teme il distacco

Così, Giuseppe Conte deve colmare anche le crepe degli altri. E per misurarsi con i sondaggi, si smarca dal PD. Il segretario di partito Enrico Letta al momento tace per evitare di dare fuoco al fuoco sebbene sia in allarme. È vero che il decreto Ucraina è passato però il pungolo alla maggioranza pare essere solo rimandato. E stuzzica il PD. Ha infatti affermato Conte che il Movimento «non è una succursale» del Partito Democratico.

Così, l’idea tanto cara a Letta del campo largo subirebbe uno scossone. E se non ci fosse la triste guerra tra Russia e Ucraina a sedare gli animi rivoltosi su cui incombe un forte senso di responsabilità, assisteremmo ad un continuo cambio di partner nel valzer della politica. Così cresce la zizzania nel campo largo, Conte alza la testa e il PD teme il distacco. Intanto, per le amministrative del prossimo 12 giugno, in molti dei Comuni interessati il M5S corre insieme al PD.

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