Covid-19: nuove regole valide o dimenticanza di normative vigenti?

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Inutile negarlo: ormai il Covid-19 sta assumendo numeri che, più che da seconda ondata di ritorno, paiono un rafforzamento, in molti paesi, della prima.

Intervallato, soprattutto in Italia, da una fase di minor virulenza, come direbbero gli epidemiologi, ma mai definitivamente scomparso.

Cosa attenderci, dunque?

Consideriamo le più probabili misure che verranno prese e analizziamole criticamente, anche alla luce delle pregresse esperienze e da un punto di vista normativo.

Il titolo di questo articolo “Covid-19: nuove regole valide o dimenticanza di normative vigenti?” è, almeno parzialmente, volutamente provocatorio, ma ci sono alcune motivazioni di fondo a sostegno.

Dobbiamo infatti porci queste domande:

come si va prospettando la situazione sanitaria in Italia?

E quella normativa che si intenderebbe adottare, in termini di nuove misure restrittive, è coerente con la normativa vigente?

La situazione sanitaria in Italia

La situazione sanitaria italiana sta purtroppo peggiorando. Anche se in termini di capacità gestionale ospedaliere, non siamo certo nella situazione tragica che abbiamo vissuto durante il lockdown.

I reparti di terapia intensiva sono decisamente meno interessati da ricoveri conseguenti al Covid-19. Probabilmente proprio perché diversa è anche la reazione degli individui contagiati, fenomeno che solitamente si verifica dopo una prima fase di diffusione di un virus.

Anche se non è esclusa a priori una successiva fase di maggior criticità.

Decisamente peggiore la situazione per quanto riguarda la gestione dei tamponi, con siti appositi invasi da chi debba sottoporsi ai medesimi a dimostrazione di una rilevante criticità gestionale.

Nel complesso pare quindi che le prossime misure non vadano comunque nella direzione di un nuovo lockdown generalizzato, anche se non si escludono chiusure locali.

Le misure previste

Le misure verso cui si sta andando prevedono soprattutto limitazioni negli orari degli esercizi commerciali, divieti di alcuni sport, e restrizioni nelle feste private.

In generale, occorre però osservare che già vi sono diversi dubbi sulla legittimità dell’impianto normativo di tali misure, espresse anche a livello giurisprudenziale, in occasione di taluni ricorsi contro sanzioni elevate per infrazione alle precedenti misure restrittive. Con particolare riferimento ai poteri del Governo e delle autorità in materia.

Ma c’è di più.

Soprattutto il definire una serie di misure restrittive da applicare nell’ambito delle private dimore, pare contrastare anche con la normativa espressamente prevista proprio nella principale legge in materia di sanzioni amministrative, la 689/1981, per la quale i controlli in casa sono espressamente vietati.

In altri termini, emerge una chiara criticità proprio nell’impostazione giuridica che si vorrebbe conferire ad alcune di queste misure. Se, infatti, i controlli sulla eventuale sussistenza di determinati illeciti amministrativi non si possono espletare, in quanto espressamente esclusi dalla vigente normativa legislativa, perché si prevedono?

Non posso pensare che i tecnici del Dagl, Dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio, o altri tecnici o politici che si dedicano alla stesura della normativa, non lo sappiano.

Va peraltro considerato che pubblici ufficiali che violassero le disposizioni di legge in materia rischierebbero di commettere dei reati. Principalmente la violazione di domicilio in concorso con l’abuso in atti d’ufficio.

Pertanto non solo chi eventualmente sanzionato nel proprio domicilio potrebbe far ricorso, ma addirittura potrebbe denunciare i pubblici ufficiali che avessero avuto accesso al domicilio ed elevato, conseguentemente, il verbale sanzionatorio.

Covid-19: nuove regole valide o dimenticanza di normative vigenti? Una domanda che resta aperta

Resta quindi aperto un fondamentale interrogativo: come controllare le violazioni che intervengono nel domicilio?

In altri termini, perché mai adottare certe ipotesi di illecito amministrativo, se poi l’accertamento del medesimo risulta palesemente illegittimo?

Rilievo che già formulato nei confronti della precedente normativa sanzionatoria.

Conclusioni: in situazione migliore rispetto a molti altri Paesi, l’Italia sta attendendo nuove misure normative di prevenzione, che presentano diversi profili di criticità in termini di legittimità ed applicabilità della normativa. Fortunatamente, sotto il profilo della gestione ospedaliera la situazione è decisamente migliore rispetto a quella dei mesi del lockdown, ma si presentano profili di criticità nella gestione dei tamponi. Bisogna quindi sicuramente apportare dei correttivi, sia in termini gestionali, che di raccordo delle nuove normative con quelle già in vigore, soprattutto con riferimento al sistema sanzionatorio amministrativo.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

 

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