Cosa succede a coloro che hanno contributi versati fuori dall’Italia?

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Molti i lavoratori che si sono trasferiti all’Estero per poter lavorare e poi sono rientrati in Italia, ma cosa succede ai fini della pensione? Con la Brexit le preoccupazioni di coloro che lavorano nel Regno unito sono tante. La domanda più frequente posta agli Esperti di ProiezionidiBorsa è: cosa succede a coloro che hanno contributi versati fuori dall’Italia? La pensione è a rischio? A chiarire questo aspetto è intervenuto l’INPS con la circolare n. 53/2021. L’INPS spiega quali sono gli aspetti da considerare ai fini pensionistici per questa categoria di lavoratori.

Cosa succede a coloro che hanno contributi fuori dall’Italia?

Con la Brexit tutto è cambiato e anche le pensioni subiranno dei cambi. La circolare INPS n. 53/2021 pubblicata qualche giorno fa, spiega gli accordi sugli scambi commerciali. Inoltre, chiarisce gli accordi presi per i cittadini italiani e i familiari superstiti.

Cosa succede a coloro che hanno contributi versati fuori dall’Italia? La pensione è a rischio? La circolare precisa che coloro che si trasferiscono nel Regno Unito dal 1° gennaio 2021 potranno comunque utilizzare i contributi versati oltremanica ai fini pensionistici.

Tra gli accordi presi con l’Italia sono salvaguardati i contributi ai fini pensionistici e tutti i periodi accreditati nel Regno Unito dopo il 31 dicembre 2020. Questo significa che i lavoratori potranno utilizzare, in materia di totalizzazione, i contributi per il calcolo e il diritto alla pensione in Italia.

Quindi, sia se il lavoratore era residente nel Regno Unito prima del 31 dicembre 2020, sia che si sia trasferito dopo il 31 dicembre 2020, può utilizzare i contributi. In questo modo i lavoratori potranno cumulare i contributi maturati nell’intera vita lavorativa e raggiungere il montante contributivo richiesto.

La situazione nel 2021 con la totalizzazione

Le forme pensionistiche attualmente in vigore che prevedono la totalizzazione dei contributi sono:

  • pensione di vecchiaia: 67 anni e 20 anni di contributi;
  • pensione anticipata: 42 anni e 10 di contributi (uomo), 41 anni e 10 mesi di contributi (donna);
  • quota 100;
  • Opzione Donna;
  • Ape Sociale ed eccetera.

Per tutte le informazioni, consigliamo di consultare la circolare INPS n. 53 del 6 aprile 2021.

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