Cosa si rischia con l’affitto in nero?

Cosa si rischia con l’affitto in nero

La tentazione di eludere il pagamento delle imposte non vi esima dal sapere cosa si rischia con l’affitto a nero. Non è semplice opporre resistenza al godimento segreto che scaturisce dalla consapevolezza di aver infranto un divieto o un obbligo. Così come è difficile per alcuni non cedere alle lusinghe di facili introiti che, quasi fossero canti di sirene, ammaliano i pirati dell’evasione fiscale. Concedere in affitto un immobile di proprietà assicura una rendita mensile tanto più elevata quanto più la stessa risulti sfrondata dalle imposte. La mancata registrazione del contratto di locazione assicura margini di guadagno di sicuro più interessanti, ma con l’affitto in nero si rischia.

Inquilino o proprietario? Chi rischia?

Trascorsi 30 giorni dalla stipula del contratto corre l’obbligo per il locatore di regolarizzarne la registrazione tramite il versamento dell’imposta di registro. L’omessa registrazione del contratto di locazione fa scivolare il contribuente inadempiente nella condizione di evasore fiscale. Conviene sapere cosa si rischia con l’affitto in nero e se le sanzioni comminate sono a carico del proprietario o dell’inquilino. Entrambi devono valutare l’eventuale convenienza derivante dall’elusione del pagamento delle imposte.

Ciò perché l’omessa registrazione di un accordo privato espone tanto il locatore quanto il conduttore a situazioni incresciose. Il proprietario dell’immobile che volesse procedere allo sfratto dell’inquilino moroso incontrerebbe un’enorme pietra d’inciampo nella mancata registrazione del contratto. Non potrebbe difatti avviare la procedura dello sfratto, né richiedere un’ingiunzione di pagamento per i canoni mensili non percepiti. E ciò perché in assenza di regolare registrazione l’accordo privato intervenuto fra le parti è da ritenersi nullo a tutti gli effetti.

Cosa si rischia con l’affitto in nero?

Oltre alla difficoltà di sbarazzarsi di un inquilino moroso, sono previste ulteriori misure punitive a carico del locatore che omette di regolarizzare il contratto. Né il conduttore può dirsi esente da sanzioni comminate direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Anche l’inquilino difatti è chiamato a pagare la cartella esattoriale per aver eluso l’imposta di registro.

Il proprietario che precipita nell’evasione fiscale è tenuto invece al pagamento di sanzioni che oscillano dal 60% al 120% della tassa non versata. Ciò nell’evenienza in cui non abbia denunciato il canone di locazione nella dichiarazione dei redditi. Può accadere anche che il proprietario dell’immobile denunci la percezione di un importo inferiore per il canone di locazione. In tal caso si parla di “dichiarazione infedele” per la quale le misure sanzionatorie vanno dal 90% al 180% dell’imposta elusa. Sorte peggiore pende sul capo del locatore di immobili ad uso abitativo perché le sanzioni vengono computate al doppio.

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