Cosa si rischia a non rispettare gli orari condominiali

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Le conseguenze della vita trascorsa tra le mura domestiche potrebbe rivelare una non tanto pacifica convivenza col vicinato. Chi abita in un condominio sa molto bene quanto possa essere fastidioso dover convivere con vicini rumorosi e chiassosi. La tolleranza ha un limite per tutti ed il regolamento di condominio non ammette ignoranza in merito. Cerchiamo di capire meglio cosa si rischia a non rispettare gli orari condominiali e a quali conseguenze si va incontro.

Quali sono gli orari da rispettare per il silenzio

Solitamente, ogni condominio ha un regolamento che dovrebbe esser noto ad ogni inquilino. In linea generale, vi sono alcune ore della giornata destinate ad una particolare attenzione al silenzio e alla quiete. Coloro che trasgrediscono le regole rischiano fino alla denuncia nei casi più gravi. Quali sono, dunque, gli orari e le regole da rispettare? Va precisato che, benché siano presenti delle fasce orarie dedicate al silenzio, questo non giustifica l’eccessiva rumorosità nelle altre ore della giornata. Chi vive in un condominio ha delle regole da rispettare durante tutta la giornata. Per entrare nello specifico delle ore di silenzio, queste coinvolgono la fascia oraria dalle 21:00 alle 8:00 del mattino. Per la restante parte della giornata si concede una maggiore tollerabilità nel limite del rispetto reciproco.

Cosa dice la legge e quali punizioni sono previste

Cosa si rischia a non rispettare gli orari condominiali? L’articolo 844 del Codice civile, sebbene ponga l’accento sulla tollerabilità di ciascuno, difatti non fornisce precise indicazioni. A proposito di rumori molesti, si è espressa la Corte di Cassazione stabilendo come limite soglia il valore di 3 decibel. Qualora l’inquilino, dietro frequenti sollecitazioni, non si mostri disponibile e mutare il suo comportamento rumoroso, allora si può procedere con una lettera di diffida. Si utilizza la denuncia, invece, quando è l’intero condominio a lamentare il disturbo della quiete pubblica, secondo quanto stabilito dall’articolo 659 del Codice penale. A ciò seguirà una vera e propria perizia fonometrica da parte di un tecnico. Se si riconosce l’illecito civile e si attestano dei danni alla parte lesa, il giudice può anche stabilire un risarcimento, secondo l’art. 2043 del Codice civile.

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