Cosa si rischia a non presentare la dichiarazione dei redditi

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La dichiarazione dei redditi è un atto contabile che ciascun contribuente presenta ogni anno circa il reddito percepito. Cosa si rischia a non presentare tale documento entro i termini? Quali sono le conseguenze per i cattivi contribuenti? Nel corso degli anni la compilazione della dichiarazione dei redditi è diventata sempre più semplice e snella rispetto al passato modello 740. Oggi si presenta il cosiddetto Modello Unico o modello 730. Che si tratti di persone fisiche titolari di P. Iva, di società o enti commerciali, tutti sono tenuti a presentare l dichiarazione dei redditi ogni anno. Ci sono casi in cui alcuni contribuenti provvedono agli adempimenti con ritardo oppure omettono la compilazione. Quali sono le conseguenze per questi casi?

Ritardo nella presentazione. Cosa accade?

Solitamente ogni anno il Fisco stabilisce una data entro la quale ciascun contribuente deve assolvere all’obbligo di compilazione del modello Unico o modello 730. Quest’anno, a causa della situazione di allerta per il coronavirus, il Fisco ha deciso di spostare le scadenze per i tutti i contribuenti. Difatti, la scadenza per la presentazione della Certificazione Unica sarà il 31 marzo, mentre per il 730 precompilato il 30 settembre 2020. A partire dalle date fissate ogni contribuente gode di un periodo di tolleranza di 90 giorni entro i quali può inviare una dichiarazione tardiva. Quest’ultima soluzione però comporta delle sanzioni che, secondo il D. Lgs. n. 241/1997, variano da 516,00 a 5.164,00 euro. tali sanzioni vengono ridotte del 50% nel caso in cui si provveda all’invio tardivo entro 30 giorni dalla scadenza dei termini.

Cosa si rischia a non presentare la dichiarazione dei redditi?

Cosa si rischia a non presentare la dichiarazione dei redditi neanche dopo i trascorsi 90 giorni? Occorre precisare che non tutti i lavoratori sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi. La dichiarazione dei redditi non è obbligatoria per chi percepisce reddito da lavoro dipendente o da pensione corrisposti da un unico sostituto d’imposta. In tutti gli altri casi, è obbligatorio presentare la dichiarazione dei redditi. Nei casi di omessa trasmissione si possono verificare i seguenti casi:

  • Sanzione amministrativa dal 120% al 240% calcolato sull’ammontare delle imposte dovute con una sanzione minima di 250 euro. nei casi in cui non ci siano imposte dovute, allora si applica una sanzione fissa che varia tra i 250 e i 1.000 euro.
  • Ci sono casi in cui la dichiarazione omessa venga presentata prima dello scadere del periodo d’imposta successivo o dell’avvio degli accertamenti fiscali dell’Agenzia delle Entrate. In questi casi, la sanzione amministrativa viene ridotta e varia tra il 60% e il 120% sull’ammontare delle imposte con un importo minimo di 200 euro. nei casi in cui non vi siano imposte dovute, la sanzione può oscillare tra i 150 e 500 euro.

A conti fatti, risulta quantomai sconveniente non presentare la dichiarazione dei redditi entro i termini stabiliti. Le sanzioni hanno importi davvero elevati e si rischia di pagare un surplus inutile sulle imposte. Da quando la trasmissione dell’atto contabile è stata ulteriormente facilitata, cedere all’omissione sarà un vezzo di pochi.

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