Cosa prevedono alcuni indicatori sull’economia USA? E tali proiezioni sono compatibili con uno scenario di ripresa del comparto azionario?

FED

Diversi tipi di analisi tecnica evidenziano la probabilità della formazione di bottom rilevanti sui principali listini azionari.

In tal senso, è possibile riscontrare una convergenza tra analisi astroplanetarie, grafiche tradizionali, ed analisi ciclica.

Ma tale situazione trova una conferma nelle proiezioni macroeconomiche?

Cosa prevedono alcuni indicatori sull’economia USA?

In effetti, alcuni principali indicatori economici, relativi agli USA, parrebbero indicare una certa probabilità di possibili fasi recessive o quanto meno stagnanti.

Condizioni che peraltro verrebbero aggravate da una politica monetaria restrittiva, come quella inaugurata dalla FED. Il rischio infatti sarebbe quello di una possibile stagflazione.

Due importanti indicatori

Un primo rilevante indicatore è costituito dalla curva dei rendimenti.

Come accennato in questo articolo, la curva dei tassi USA si sta per invertire sulla scadenza critica dei 2-10 anni. I rendimenti a 2 anni sono pari a 2,35%, mentre quelli a 10 anni sono 2,46%. Il differenziale è un misero 0,11% che potrebbe facilmente diventare negativo già con il prossimo aumento dei tassi.

Ricordiamo infatti che gli aumenti dei tassi della FED, di solito sono almeno pari a 0,25%.

La FED sembra quindi stretta ad un angolo. Da un lato, l’inflazione che indicherebbe la necessità di aumentare il costo del denaro, dall’altro la molto probabile inversione della curva dei rendimenti. Inversione che potrebbe addirittura venire accelerata ed accentuata dalle politiche di contrasto all’inflazione.

Va detto però, che nel medio periodo i mercati azionari non dovrebbero risentire dell’inversione della curva. Questo indicatore in genere prevede recessioni con circa 12-18 mesi di anticipo rispetto all’evento.

Cosa prevedono alcuni indicatori sull’economia USA? E tali proiezioni sono compatibili con uno scenario di ripresa del comparto azionario?

Anche secondo studi della FED tale indicatore risulta particolarmente attendibile nel prevedere rischi di recessione, in caso di inversione della curva.

Attualmente già risulta invertito il tratto tra i 20 ed il 30 anni, circostanza che avevamo già sottolineato. E stiamo assistendo ad una ulteriore inversione tra le scadenze a 3 e 10 anni e ad un appiattimento sul tratto tra i 2 ed i 10 anni.

Altra indicazione macro in senso ribassista proviene dal composite leading indicator dell’Ocse.

Come si conciliano queste proiezioni con uno scenario di ripresa rialzista?

La FED è certamente attenta a cosa prevedono alcuni indicatori sull’economia USA.

In particolare con riferimento alla yield curve, visto il rilievo attribuito a questo indicatore.

Non è quindi escluso che se l’inversione della curva dovesse proseguire, verrebbe probabilmente messo in forse anche il previsto programma di incremento di tassi. In altri termini, la FED potrebbe ritenere di essersi mossa in ritardo, quando già l’economia si trovi all’inizio di una nuova fase recessiva.

O forse vi sia già entrata.

E questo potrebbe essere certamente uno scenario favorevole alle Borse, Infatti, anche in caso di proiezioni al ribasso degli utili societari, il fair value espresso in termini di multipli verrebbe incrementato in misura proporzionale ad un ribasso dei tassi, che potrebbe essere avviato in caso di proiezioni macro al ribasso.

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