Cosa potrebbe annunciare Mario Draghi BCE per non accendere la miccia dell’instabilità dei mercati?

ProiezionidiBorsa

Oggi giornata BCE. Siamo a un vero turning point per Mario Draghi. Chiamiamolo pure, come il famoso film, Sliding Doors. Certamente un momento decisivo.

La BOE ha già alzato i tassi sulla scorta dei buoni dati di andamento dell’economia britannica, la FED si accinge a farlo a fine mese sulla base di un ciclo economico americano talmente virtuoso da avere pochi precedenti.

La BCE non può farlo: troppo deboli buona parte delle economia UE, troppo fragili i cicli economici, precari i listini di borsa che già dovranno sopportare gli eventuali influssi negativi dei rialzi americani sulle borse locali. E lo stesso ciclo della Germania ha mostrato recentemente qualche balbettio.
Gli spread obbligazionari sono agitati…

L’unica via è mantenere l’equilibrio che inizialmente pareva stucchevole ma ha via via preso quota come elemento di stabilità.

Cosa potrebbe dunque annunciare oggi il Presidente della BCE per non accendere la miccia dell’instabilità?

Ci attendiamo un discorso delle serie:

“Non rialziamo i tassi e non abbiamo nessuna intenzione di farlo; la situazione economica tiene con alcuni dati di picco e altri deboli ma sostanzialmente anche grazie all’inflazione (vero must della BCE) sotto controllo, in un contesto generale di tenuta.

Per questo confermiamo l’approccio precedente, ovvero che si va verso la sospensione del QE europeo ma nel contempo la BCE rimane pronta a “fare tutto quanto necessario in ogni momento” per evitare le recrudescenze più aspre della crisi.”

Una risposta di questo tipo da parte della BCE, credo sarebbe sufficiente per dare respiro agli operatori e nel contempo agli analisti senza provocare l’immediato stato di ansia che sarebbe immesso nel sistema con annunci di rialzi dei tassi prossimi venturi, mossa prematura giusto per stare al passo dei partner extra UE ed eventualmente accontentare i tedeschi che da tempo spingono in questa direzione.

Considerato che la stessa Germania è però in fase di rallentamento aumentano le probabilità che Draghi mantenga la barra dritta sulla sua strategia. sin qui vincente. Magari stavolta senza prendersi le ondate di critiche piovute dalle parti di Berlino verso di lui ad ogni recente meeting dall’approccio conservativo.

Piuttosto sarebbe ora di allargare il raggio di azione della BCE dal mero controllo dell’inflazione a una visione e un area di interventi più ampia sul modello della FED che si è dimostrato ampiamente vincente nel superamento della crisi sub-prime addirittura per distacco verso l’area UE.

E Draghi ormai a un anno, poco più, dal termine del suo mandato potrebbe introdurre questo tema come grande passaggio di crescita, che riterrei preziosa eredità del suo mandato.

Così come mi aspetterei un invito alla classe politica europea a tenere in maggiore considerazione le profonde diversità esistenti tra i vari paesi che mentre sul fronte dei tassi possono accettare una favorevole e comune politica accomodante, sul fronte legislativo e di indirizzo necessitano di uno specifico rispetto delle proprie peculiarità e caratteristiche.

Ma forse questo è chiedere troppo.

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