Cosa fare quando la parcella dell’avvocato è esagerata?

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Quando si va dall’avvocato, di solito, una delle prime cose che si chiede è quanto costa l’intervento legale per cui lo si incarica. Pertanto, generalmente, questi effettua, preventivamente, una proiezione di spesa comprendente una serie di attività necessarie all’espletamento dell’incarico. Vi sono, inoltre, delle tabelle ministeriali di riferimento, periodicamente aggiornate, alle quali lo stesso deve rifarsi per effettuare le indicate pianificazioni di spesa.

Tuttavia, vi sono dei professionisti che fanno lievitare a dismisura gli onorari per le loro competenze. Quindi, se, nonostante i calmieri stabiliti dalla legge, al termine del mandato o comunque nel corso di esso, ci arriva la stangata relativa alle spese professionali, come comportarci? Cioè, in altri termini, ci si chiede: “cosa fare quando la parcella dell’avvocato è esagerata?”. Sul punto, possiamo prendere in considerazione, due sentenze della Corte di Cassazione a Sezioni Unite.

L’obbligo del preventivo scritto

Come accennato in precedenza, l’avvocato ha l’obbligo di fornire al cliente un preventivo scritto al momento del conferimento dell’incarico. L’obbligo, valevole per tutti i professionisti, è stato introdotto da una recentissima legge entrata in vigore nel 2017 e segnatamente la n. 124. Quindi, a chi voglia farsi assistere da un avvocato per la risoluzione di una lite, è consentito preventivare le spese che sarà tenuto ad affrontare.

Sicché, egli potrà sapere anticipatamente a quale onere economico andrà incontro. Inoltre, il preventivo deve presentare forma scritta o digitale ed è da consegnare al cliente al momento del conferimento dell’incarico. All’interno dello stesso, poi, vanno chiariti i seguenti aspetti: 1) il compenso richiesto per le prestazioni professionali. Esso deve essere adeguato alla complessità dell’incarico e va pattuito per singole prestazioni. 2) Il grado di complessità dell’incarico. 3) I dati della polizza assicurativa per danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale.

Conseguenze per la parcella esagerata

Ma rimane da rispondere alla domanda: “cosa fare quando la parcella dell’avvocato è esagerata?”. Ebbene, stranamente, nonostante l’obbligatorietà, la mancata formulazione del preventivo non porta ad alcuna sanzione. Tuttavia, un siffatto inadempimento potrebbe rilevare sul piano deontologico, oltre che in punto di trasparenza dei rapporti. Inoltre, la questione della parcella gonfiata, potrebbe avere conseguenze in ordine all’adempimento degli obblighi generali di lealtà, diligenza ed onestà, connaturati alla professione.

Per questa ragione, le parcelle esagerate possono essere motivo di conseguenze gravi per gli avvocati. È quanto dedotto dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite con le pronunce n. 17115 e 31227 del 2017. Alla stregua di esse, si è comminata la sanzione della sospensione trimestrale ad un avvocato che aveva gonfiato la sua parcella. Quindi, in conclusione, coloro che esuberano dall’incarico conferito o che, comunque, violano i predetti doveri, potranno essere sanzionati duramente dal consiglio dell’ordine di appartenenza. Quest’ultimo, infatti, potrà infliggere sanzioni che vanno dalla sospensione fino, addirittura, all’interdizione dall’esercizio della professione.

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