Cosa fare in caso di accertamenti sul conto corrente

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Cosa fare in caso di accertamenti sul conto corrente? Molti contribuenti credono che un accertamento fiscale possa scattare solo quando non si pagano le tasse. Di solito, scatta quando i dati forniti dal contribuente sono diversi da quelli in possesso del Fisco. L’accertamento fiscale altro non è se non una procedura volta ad accertare una incongruenza di dati. Incongruenza tra i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate e quelli forniti dal contribuente. Negli ultimi anni sono aumentati gli accertamenti sui conti correnti dei contribuenti. Cerchiamo, allora, di capire cosa deve fare il contribuente nel caso di accertamenti sul conto corrente. Quale è la posizione del contribuente rispetto all’Ente accertatore e come può difendersi.

Cosa fare in caso di accertamenti sul conto corrente

L’Agenzia delle Entrate, negli ultimi anni, ha riscontrato notevoli scostamenti tra il reddito dichiarato dal contribuente nell’anno e il valore del risparmio sul conto corrente nell’anno stesso. Tenori di vita dei contribuenti incoerenti con i redditi dichiarati. E in molti casi, si è trattato di redditi non dichiarati. In tutti i casi in cui scatti l’accertamento fiscale, il contribuente è in una posizione di inferiorità nei confronti dell’Amministrazione finanziaria. E ne spieghiamo subito il motivo.

L’onere della prova

Il Fisco ha numerose armi contro il contribuente dalle presunzioni legali a strumenti super sofisticati in grado di stanare il più bravo degli evasori come il redditometro. Soffermiamoci però sulla semplice presunzione. In capo all’Agenzia delle Entrate vi è una presunzione legale di evasione in virtù dell’art. 32 comma 1 del DPR n. 600/73. Questa presunzione sta a significare che l’Amministrazione finanziaria per legge può contare di una presunzione legale di evasione a proprio favore. Secondo la presunzione il prelevamento o il versamento non giustificato rappresentano reddito per il contribuente.

Cosa deve fare il contribuente

Il contribuente vittima dell’accertamento deve dimostrare con una prova adeguata e analitica ogni prelevamento o versamento sul conto corrente. Per contrastare le presunzioni legali, la miglior prova è solo quella documentale. Il contribuente deve dimostrare che il denaro ricevuto è già stato tassato oppure è esentesse. Immaginiamo una vincita al gioco o un risarcimento del danno. E’ dunque importante conservare traccia di incassi ricevuti e pagamenti effettuati anche se avvenuti grazie a mezzi tracciabili come il bonifico bancario.

Nei 60 giorni dalla notifica dell’avviso il contribuente può contestare l’accertamento davanti alla Commissione tributaria provinciale oppure pagare.

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