Cosa deve succedere perchè il Ftse Mib torni ai 50.000 pt (i massimi) dell’anno 2000?

ProiezionidiBorsa

L’Indice Ftse MIb scende da ben 17 anni. A quando una volta definitiva verso l’alto?

Oggi vogliamo definire quale possa essere il mix di elementi che potrebbe portare ad una stabilità rialzista dei prezzi .

Per rispondere alla domanda, usiamo un modello econometrico basato su tassi d’interesse e rapporto tra utile medio per azione e quotazioni dell’indice.

Il modello, modificando l’originale modello fed, si basa sul tasso desunto dalla somma di rendimento dei btp decennali e tasso per il rischio, posto pari al 5 per cento.

La formula è la seguente:

fair value, cioè valore di equilibrio = (utile medio per azione) / i, dove i rappresenta appunto il tasso come sopra descritto.

Da questa formula possiamo quindi porre i due quesiti in cui in realtà si scompone la domanda iniziale: in base al tasso attuale, definire quale dovrebbe essere l’utile per azione medio per ottenere una quotazione di equilibrio sui valori del massimo del 2000, oppure, a fronte dell’attuale utile medio per azione, quale sarebbe il tasso di riferimento.

Il massimo del 2000 era a 50000.

!!!Acquista in straordinaria offerta  gli Ebooks di Gian Piero Turletti!!!

Il tasso attuale è pari a 7,14%, cioè 5 % di premio per il rischio, più 2,14 dei btp decennali.

Basta, quindi, moltiplicare 50000 per il 7,14 per cento, ed otteniamo 3570, a fronte di un utile medio per azione attuale pari a 826.

Pertanto l’utile per azione dovrebbe quadruplicare.

Un po’ difficile a realizzarsi.

Partendo invece dall’utile medio per azione attuale, quale sarebbe il tasso che esprimerebbe un fair value di 50000?

Basta risolvere la semplice equazione: 50000= 826/i,

da cui ricaviamo 1,65%.

Questo è il tasso, comprensivo del premio per il rischio, stimato al 5 per cento.

Pertanto il tasso dei btp decennali dovrebbe essere pari a – 3,3 per cento, cioè un tasso negativo.

Ovviamente tali ipotesi presumono che una delle variabili, cioè il tasso o l’utile per azione, rimanga fissa.

In mezzo abbiamo ipotesi di modifica di entrambe le variabili, e per ogni modifica di una delle due possiamo calcolare l’altra.

Ad esempio con un incremento dell’utile medio per azione del 30 per cento, passeremmo da 826 a 1073.

In tal caso, il tasso sarebbe 2,14 per cento, e quindi i btp dovrebbero rendere – 2,84 per cento.

 

 

Consigliati per te