Cosa ci inventeremo dopo il nuovo record del debito pubblico italiano 

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Balzo del debito pubblico italiano ad agosto 2020. L’ufficio Studi di Bankitalia ha comunicato l’ammontare in sofferenza delle amministrazioni pubbliche salito a quota 2.578,9 miliardi. Con un incremento di 18,3 miliardi di euro rispetto a luglio.

Questo rally, non solo rispecchia il fabbisogno del mese (1,6 miliardi di euro) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (16,8 miliardi). Ma anche gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione.

La diffusione del report della banca centrale italiana ha portato a un nuovo balzo dello spread BTP-BUND. Il differenziale sale a 130 punti base, con i tassi decennale del Tesoro in salita dello 0,67%.  Vediamo chi produce tutto questo debito e le nuove idee per ridurlo, con gli esperti dell’Ufficio Studi di ProiezionidiBorsa.

Chi si impegna (e chi no) per ridurre la spesa

Il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 19,1 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali è diminuito di 0,8 miliardi.

Rimane invariato, invece, il debito degli Enti di previdenza. Non si può fare a meno di notare l’impegno delle Regioni per ridurre la spesa locale.

E anche quello dell’Agenzia delle Entrate, che ha contabilizzato nel bilancio dello Stato 44,7 miliardi in più, in aumento del 7,9% rispetto al luglio 2019.

Se vogliamo dirla tutta però, guardando alla situazione dei primi otto mesi del 2020, le entrate tributarie sono scese del 6,8% (-18,8 miliardi). Dunque, insieme a tanti altri cittadini, vorremmo capirci di più sulla strategia di gestione dell’Italia.

Con qualche focus, magari, sulla gestione di Cassa Depositi e Prestiti e su quella dell’Inps. Per non parlare di come il Tesoro si prepara a fronteggiare la prossima bolla bancaria.

Già, quando gli istituti di credito dovranno dirci la verità sui crediti inesigibili, che attualmente sono fuori bilancio (e per qualcuno pure fuori controllo). Cosa ci inventeremo dopo il nuovo record del debito pubblico italiano non è facile prevederlo.

Vari economisti ritengono che ci sia poco da inventare. Che a pagare il prezzo del Covid-19 non saranno, un domani, i nostri figli. Lo faranno, e ovviamente oggi, i qui presenti.

A colpi di patrimoniale o con prelievo forzoso sui conti correnti.  A meno che non si inventino nuovi BTP. Staremo a vedere.

Cosa ci inventeremo dopo il nuovo record del debito pubblico italiano

A Palazzo Chigi, in questi giorni, si susseguono vertici non stop tra le forze di maggioranza sulla Legge di Bilancio da varare e la direzione politica da intraprendere.

La prima scadenza è il 17 novembre, quando si devono preparare i soldi per pagare gli stipendi del settore pubblico.

Secondo alcuni leader, la seconda data è al 31 dicembre: non è possibile prolungare il blocco dei licenziamenti dopo il primo gennaio.

Mentre sarà possibile la proroga della Cassa Integrazione per i settori più colpiti.

Piace l’idea, per la primavera, di un credito fiscale pari al 10% del valore di quanto investito da qualsiasi micro e piccola impresa. Ma solo per investire in beni strumentali in aggiunta all’ammortamento ordinario.

Ma, ancora di più, piace l’idea di un condono fiscale, possibilmente tombale, che permetta di fare cassa, per sostenere le filiere più danneggiate dalla crisi.

In prima fila ci sono il settore del turismo e quello dello spettacolo. I “rumors” di Palazzo riferiscono della volontà di creare un pacchetto di misure e sgravi fiscali, dedicati a questi settori, ma non solo. Anche in altri settori si vorrebbero favorire le assunzioni dei giovani e si vorrebbe lanciare un nuovo meccanismo di staffetta generazionale.

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