Cosa attendere dall’America di Trump?

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Chi desiderasse avere un responso sintetico, ma al tempo stesso molto affidabile, sulle prospettive dell’economia a stelle e strisce, dopo poco più di un anno di amministrazione Trump, probabilmente potrebbe affidarsi alla curva dei rendimenti dei titoli di stato.

Difficilmente questo strumento sbaglia previsioni, ed indica, anzi, con un certo anticipo quello che probabilmente avverrà nell’economia di un paese.

Nel caso degli USA, ormai da tempo stiamo assistendo ad una curva che si va sempre più appiattendo, come ormai risulta evidente da una significativa riduzione degli spread sulle diverse scadenze nel tempo.

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Si pensi, ad esempio, che lo spread sulle scadenze a 5 e 30 anni è passato dal 2,4 di un anno fa al 2,19 di oggi.

Ma perché l’economia USA è prevista dai mercati in rallentamento, se la cosiddetta trumnomics dovrebbe invece tendere ad un suo rafforzamento?

Una delle possibili ragioni risiede nel ciclo economico.

Anche se politiche diverse possono differentemente impattare sulla situazione economica, esiste comunque un ciclo che difficilmente viene stravolto.

E l’economia americana pare ormai giunta nella parte più matura del ciclo, come dovrebbe dimostrare anche la posizione ciclica assunta dagli indici azionari di riferimento.

Peraltro anche la riforma fiscale non è detto riesca a sortire effetti particolarmente espansivi e, anzi, potrebbe mettere in forse la tenuta del debito pubblico sul medio/lungo termine, se a fronte di una riduzione delle aliquote non si constata un’espansione correlata della base imponibile.

Peraltro ad oltre un anno di distanza dal suo insediamento questa riforma pare l’unico atto di rilievo del nuovo esecutivo, e quindi anche le prospettive economiche non possono contare su altri elementi.

Per altro verso, ora pare tornata in voga l’idea di un neoprotezionismo che, qualora sfociasse effettivamente in una guerra commerciale a livello internazionale, certo non favorirebbe l’attuale fase economica.

Forse anche per questo le proiezioni della curva dei rendimenti esprimono una economia non così brillante, come invece vorrebbe la propaganda politica.

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