Coronavirus trasportato dall’inquinamento

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E’ la Societa’ Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) a confermare quella che era soltanto un’ipotesi e cioe’ che il virus e’ favorito dall’inquinamento. Piu’ in particolare, la parola chiave sarebbe: particolato atmosferico. Esso e’ tecnicamente riferibile alle particelle di aerosol sospese nell’atmosfera terrestre, che hanno dimensioni che variano da pochi nm a 100. Esso e’ presente nell’atmosfera sia naturalmente che come derivazione delle attivita’ umane ed e’ generato da reazioni chimiche e fisiche. Queste reazioni creano cristalli in stato gassoso e la loro pericolosita’ e’ dovuta alla granulometria. Il particolato, pertanto, data la sua conformazione, si presenta come il maggiore responsabile dell’inquinamento atmosferico.

Generalmente e’ causato da fattori quali la combustione, il traffico veicolare e l’eccessivo riscaldamento. Cosicche’, i ricercatori dell’Universita’ di Bari, Bologna, Trieste, Napoli, rintracciando il Coronavirus nel particolato, hanno confermato la relazione tra inquinamento e diffusione del virus. Cosi’, il Presidente del SIMA, ha annunciato: “Questa prima prova apre la possibilità di testare la presenza del virus sul particolato atmosferico delle nostre città nei prossimi mesi come indicatore per rilevare precocemente la ricomparsa del coronavirus e adottare adeguate misure preventive prima dell’inizio di una nuova epidemia”.

Coronavirus e l’importanza della scoperta

Questo significherebbe che in aree a maggiore densita’ di inquinamento ambientale, il virus avrebbe maggiore capacita’ diffusiva, attraverso, proprio le micro-goccioline di particolato. Non a caso, sulla scorta delle osservazioni epidemiologiche, si e’ dimostrato che la diffusione del Covid-19 era maggiore in quelle zone in cui ve ne era un alto tasso. Cio’ e’ stato riscontrato nei paesi con piu’ alta densita’ di contagi, ossia in Italia, Cina e stati Uniti. Questo significherebbe anche che attraverso detto sistema atmosferico di diffusione, le goccioline di saliva infette, potrebbero viaggiare addirittura ad una distanza di 7-10 metri. Pertanto, una delle precauzioni da adottare nella seconda Fase sarebbe quella di tenere sotto controllo le emissioni di particolato nell’atmosfera.

Infatti, la ricerca scientifica in discorso tenderebbe ad un duplice obiettivo. Il primo sarebbe quello di fare in modo che vengano adottate misure definitive per ridurre il particolato nell’atmosfera. Cio’ considerato che esso e’ anche una delle maggiori cause di tumori, cardiopatie e altre gravi patologie del sistema respiratorio. Inoltre, il secondo obiettivo sarebbe quello di sottolineare l’importanza dell’uso delle mascherine nella fase due, quando verranno riaperte le attivita’. Infatti, prendendo nuovamente piede la circolazione delle persone, queste si esporranno nuovamente al contagio e ai fattori che lo potenziano. Pertanto, considerati gli indicati risultati, l’uso dei dispositivi di protezione puo’ considerarsi davvero fattore primario essenziale a proteggere la salute della popolazione.

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