Coronavirus: la politica non fa chiarezza, anzi

coronavirus e politica

La situazione riconducibile alla problematica del coronavirus si intreccia, in questo tormentato periodo, con diverse questioni, che non contribuiscono certo a portare quella necessaria chiarezza, da sempre una delle principali richieste dei mercati.

Tra i dubbi che si affacciano alla mente di investitori, ma anche di semplici cittadini, le seguenti:

  • Quali provvedimenti, anche restrittivi delle libertà personali, possono essere adottati dalle autorità di protezione civile?
  • Perché questi provvedimenti, invece di portare alla calma, inducono, anzi, maggior nervosismo?
  • Non è contraddittorio il quadro degli inviti ad evitare allarmismi con i provvedimenti adottati?
  • Si è inaugurato un anno giudiziario all’insegna di aspre polemiche, soprattutto in materia di prescrizione: cosa potrebbe succedere?

Coronavirus: uno sguardo preliminare ai mercati azionari

Ma, prima di entrare nel merito delle questioni, per fornire, come nostra abitudine, ai lettori un risposta chiara e definitiva su aspetti ancora non chiariti dai competenti organi, uno sguardo ai mercati.

Il nervosismo non si è fatto attendere e, se sul lungo termine i supporti sono ancora distanti. Tuttavia sono state violate al ribasso le linee di demarcazione dei cicli di breve termine su tutti i principali mercati azionari, ed anche di medio su quelli europei. Situazione migliore quella degli indici USA, che hanno tenuto supporti di medio.

Veniamo alle risposte alle questioni sopra indicate.

Quali provvedimenti, anche restrittivi delle libertà personali, possono essere adottati dalle autorità di protezione civile? E perché questi provvedimenti, invece di portare alla calma, inducono, anzi, maggior nervosismo?

Considero congiuntamente queste domande, perché strettamente correlate.

Occorre sapere che diverse disposizioni legislative del nostro ordinamento prevedono, in situazioni gravi e di potenziale rischio per ordine pubblico, salute, ed incolumità del patrimonio pubblico e privato, di adottare provvedimenti anche urgenti, tramite ordinanze emanate da appositi enti, in questo caso dalla protezione civile.

Per far fronte a questo tipo di situazione come il coronavirus, gli organi competenti possono emettere provvedimenti. Tali provvedimenti possono essere anche in deroga alle altre disposizioni giuridiche, ma devono sempre rispettare i principi generali dell’ordinamento giuridico.

Le disposizioni giuridiche

Questo tipo di formulazione, che ritroviamo in diverse leggi, appare non troppo garantista, per usare un eufemismo, ed infatti non si capisce quali siano i limiti da rispettare. Il che apre la porta forse anche ad una eccessiva discrezionalità, che potrebbe essere lesiva di fondamentali diritti del cittadino.

Veniamo proprio al caso concreto di questi giorni in Italia, ed alle palesi contraddizioni rispetto agli inviti alla calma.

Come noto, è stato predisposto un volo militare per rimpatriare gli italiani che provengono dalla città di Whuan.

Ma, al loro rientro, verranno privati di fondamentali diritti, tanto da essere messi in una sorta di quarantena, addirittura in un presidio militare.

Sorge spontanea una domanda, anzi diversi quesiti collegati a questa situazione e, come notiamo, una domanda rimanda ad altre ancora. E se tra di questi vi fossero medici, che ritengono non esservi un pericolo, dissentendo dall’opinione di chi ha adottato il provvedimento?

Coronavirus: domande su cui riflettere

E se tra costoro vi fossero importanti uomini d’affari, la cui privazione della libertà comportasse conseguenze economiche negative per aziende ed affari?

In sostanza, la domanda è una sola: quali sono i diritti delle persone di fronte a provvedimenti che ne inibiscono la libertà?

Evidentemente, queste domande, a loro volta, consentono intanto di chiarire un’altra situazione.

E’ evidente una certa contraddizione rispetto all’ottimismo che il governo ha cercato di manifestare.

Se pericolo non c’è, allora perché adottare questi provvedimenti?

Certo, si dirà che si tratta di una situazione contingente e particolare, ma attenzione, perché costituisce il presupposto per poter poi estendere siffatti provvedimenti. In un certo senso lo abbiamo visto anche per coloro che avevano fatto la gita sul bus insieme ai due cinesi ricoverati allo Spallanzani.

Bus costretto dalla forze di polizia a bloccarsi e ricovero praticamente obbligato, da cui un’altra spontanea domanda. E se si individuano altre 1000 persone, in ipotesi, venute a contatto con costoro, cioè con i due cinesi, cosa succede? Mettiamo tutti in quarantena?

Ecco spiegato uno dei motivi del nervosismo dei mercati. Già si stanno adottando misure che esprimono, senza se e senza ma, il rischio di una vera e propria pandemia.

Sono gli stessi adottati in occasione di eventi come la sars ed altri ancora.

Ma quali sono i diritti di chi soggetto a tali provvedimenti?

Come noto, anche il peggiore dei criminali ha diritto a difendersi da provvedimenti restrittivi della libertà.

Nel caso di questi provvedimenti, diversi sono i profili di illegittimità che potrebbero viziarli.

Ad esempio, provvedimenti assunti in assenza dei presupposti di necessità, o nei confronti di soggetti, il cui rischio di trasmettere il virus non sia stato sufficientemente valutato, e via di questo passo.

Ma in questa complicata situazione, ecco che un quesito rinvia ad un altro, come facevo notare.

Come può il singolo tutelare i propri diritti?

A tale riguardo, è indubbio che le ordinanze di questo tipo, al pari di ordinanze emesse da un sindaco, sono atti amministrativi. Ed è indubbio che possano essere oggetto quanto meno di ricorso giurisdizionale amministrativo. Secondo i principi del processo amministrativo, in primis al Tar, tribunale amministrativo regionale.

Una conferma esplicita di questa tesi ermeneutica, cioè interpretativa della questione giuridica, si desume dalle stesse norme del cosiddetto codice del processo amministrativo. Proprio nei confronti delle ordinanze di questo tipo, assunte in situazione emergenziali, o al fine di prevenirle, prevede un procedimento accelerato.

Ossia un processo in cui gli ordinari termini processuali sono dimezzati.

Tuttavia, non è chiaro soprattutto un aspetto.

Anche un soggetto esposto a provvedimento restrittivo della libertà in ambito penale, ad esempio a seguito di custodia cautelare, ha diritto a colloqui con un legale.E qui, invece, cosa succede?

Chi soggetto a quarantena, ha diritto comunque all’assistenza di un legale?

Tutti questi aspetti, il nostro ordinamento non li chiarisce e, del resto, vista la durata limitata del periodo di isolamento, a poco forse servirebbe fare un ricorso, la cui decisione potrebbe comunque intervenire in ritardo.

Ma restano, tuttavia, conseguenze anche di tipo economico.

Non a caso, ho allargato la mia ricerca proprio a tali aspetti, cioè considerare i ricorsi che, in passato, sono stati presentati contro ordinanze emesse in situazioni di cosiddetta emergenza sanitaria, analoghe a quella in corso.

Occorre premettere  che la protezione civile può assumere un altro tipo di provvedimento. Riguarda una sorta di precettazione, per un verso, di personale medico, che si può decidere di sottopagare rispetto alle ordinarie tariffe professionali. Ma, per altro verso, anche l’acquisizione, o sarebbe meglio definirla precettazione, di materiale, sottopagandolo.

Non è un caso che proprio i ricorsi presentati erano soprattutto di aziende del settore, o sigle di associazioni di lavoratori. Lamentando questo tipo di provvedimenti, evidenziavano lesioni di diritti dei lavoratori precettati o di aziende nel settore medico/sanitario.

Sintetizzando, possiamo dire che eventuali danni economici vengono paventati per questo tipo di provvedimenti. Più in generale, per la diminuzione di traffici economici legati alle paure di contagio, ma non solo.

La libertà dei singoli individui

Si teme, soprattutto con riferimento ad aspetti che possono ledere fondamentali libertà dei singoli, provvedimenti che, necessariamente, interferiscono anche con la libertà d’azione di aziende e di settori economici.

Forse, lo voglio dire chiaramente, il governo, in primis il premier, neppure si è reso conto della situazione. Un sentiment negativo che l’adozione di una dichiarazione d’emergenza può comportare.

Probabilmente non è un caso se analoga dichiarazione non è stata adottata da altri stati.

Unica attenuante del premier, gliela riconosciamo volentieri, il fatto di essere docente non in materia di diritto amministrativo, o comunque rientrante nel novero della giuspubblicistica, ma tant’è, direi che il danno è ormai fatto.

Le polemiche di inizio anno

Come non bastasse, in questi giorni in Italia è andata in onda tutta una serie di aspre polemiche, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Bonafede è stato criticato sia da penalisti che da magistrati e la circostanza ha fornito occasione per riconfermare anche le tensioni tra Italia viva ed i pentastellati.

E’ vero che Renzi ha esplicitato l’intenzione di non far cadere l’esecutivo, ma costituzionalmente, qualora davvero votasse la legge Costa.  Insieme quindi all’opposizione (intenzione palesata dallo stesso Renzi), il premier non dovrebbe trarne, come si usa dire, le dovute conseguenze?

A questo punto  effettivamente potrebbe prevalere nei pentastellati il timore di nuove elezioni. Soprattutto dopo gli assai deludenti risultati delle regionali, da cui la disponibilità a cogliere l’invito di Renzi (“Bonafede, fermati finchè sei in tempo”….dichiarazione di Renzi). Ma probabilmente si andrà al muro contro muro, ed alle inevitabili, a questo punto, elezioni.

In un certo senso, sta ai pentastellati decidere

Certo, come sottolineato in precedenti analisi, il timore di una definitiva debacle elettorale potrebbe pungolare per un certo tempo il governo.

Ma, al tempo stesso, in una situazione che vede i pentastellati spaccarsi al proprio interno, difficile dire se prevarrà l’ala filogovernativa. Oppure quella di chi disposto ad ogni conseguenza, pur di non fare marcia indietro sui propri provvedimenti. Questa la posizione di Bonafede che vede nelle parole di Renzi addirittura una minaccia e questo il termine esplicitamente usato dal guardasigilli.

Riassumendo

Sia situazioni politiche, che la tipologia di provvedimenti assunti dai competenti organi, sono conflittuali rispetto agli inviti a non fare allarmismo.

Anche solo un’ipotesi di malattia di esponenti rilevanti di un’azienda può affossarne le quotazioni. Non parliamo di cosa succede quando si profila un rischio per un numero indeterminato di persone. Ad esempio potenziali clienti e lavoratori colpiti da patologie o soggetti a provvedimenti restrittivi della libertà personale.

L’esecutivo probabilmente non ha tenuto conto di questi aspetti ed, anzi, paiono rinfocolate le polemiche tra i partners di governo. Il timore per una debacle elettorale dei 5 stelle non è sicuro possa incidere sulle future dinamiche di provvedimenti. Da cui potrebbe scaturire una crisi di governo, nonostante questo puntello del timore elettorale. I mercati, che stupidi non sono, hanno capito l’antifona e, soprattutto in Europa, hanno manifestato tutto il loro nervosismo. Migliore la situazione USA, di mercati che hanno rotto solo i supporti di breve.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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