Coronavirus e curve dei rendimenti: indicazioni controcorrente con un indicatore dal doppio significato?

curva dei rendimenti

I mercati azionari anticipano spesso i trend economici. Principio ben noto a chi segue la finanza.

E, a loro volta, questi trend vengono anticipati, o trovano una conferma in contemporanea, da parte di un importante indicatore, che modestamente ho rivalutato, rispetto ad analisi di alcuni economisti, cogliendo particolari metodiche interpretative, la curva dei rendimenti.

Coronavirus: indicazioni controcorrente con un indicatore dal doppio significato?

Questo indicatore è costruito considerando sull’asse orizzontale le varie scadenze delle obbligazioni di un determinato emittente, solitamente titoli di stato.

Invece sull’asse verticale vengono considerati i relativi tassi. Vedremo tra poco alcuni esempi.

Esistono peraltro diverse tipologie di tassi che si possono utilizzare, solitamente tassi di attualizzazione.

Ma qual’è il significato effettivo di tale indicatore?

Un primo significato riguarda proprio le emissioni obbligazionarie.

Una curva normale ha pendenza positiva, cioè scadenze a breve con tassi inferiori rispetto a quelle più distanti, in quanto sullo stesso emittente il rischio solitamente si incrementa in presenza delle scadenze più lunghe, e pertanto richiede rendimenti più elevati.

E’ ovvio, perché in genere detenere un titolo per un maggior lasso temporale è ovviamente più rischioso rispetto al mantenerlo per un minor tempo.

Ma cosa succede in caso di problemi finanziari?

Che nel breve/medio termine si abbia una certa difficoltà nell’erogazione delle cedole e nel rimborso del capitale.

Ecco, quindi, che la curva si inverte in senso ribassista, con scadenze minori che presentano tassi superiori rispetto a quelle più distanti.

Proprio perché si pensa che, in caso di tensioni a breve/medio, sia poi più facile il recupero di una situazione economica più in là nel tempo.

Coronavirus e curve dei rendimenti

Di riflesso, la curva dei rendimenti relativi ai titoli di stato esprime chiare indicazioni sulla valutazione e sulla sostenibilità del debito, e quindi sulla situazione economica.

Una situazione positiva nel breve/medio corrisponderà ad una pendenza rialzista della curva, e viceversa, proprio perché situazione economica positiva significa anche maggiori flussi in entrata per lo stato, e via di questo passo.

Solitamente le inversioni delle curve anticipano inversioni del ciclo economico e dei mercati.

Ovviamente il futuro non è scritto in modo predeterminato una volta per tutte, come in una sfera di cristallo, e pertanto bisogna considerare l’evoluzione della curva nel tempo. Ma non aggiungo altro sull’interpretazione di tale indicatore, perché potremmo dedicarci un intero trattato.

Basti ricordare come l’inversione della curva USA abbia anticipato la crisi in corso.

Qualche autorevole economista come la Yellen, riteneva che si trattasse di inversione legata alle politiche monetarie della Fed, ma tale interpretazione non mi convinceva.

In base alle mie analisi era abbastanza evidente come il mercato obbligazionario puntasse a proiettare una grave crisi economica entro l’estate 2020.

Probabilmente tale proiezione era legata in parte significativa al fatto che sin dal 2009 non era più intervenuta una significativa inversione di ciclo economico, e che le probabilità andavano quindi in tale direzione.

Chissà, forse taluni operatori del mercato obbligazionario, avvalendosi di costosi sistemi di intelligenza artificiale, certo disponibili solo ed una limitata platea di utenti, avevano previsto la probabilità di una pandemia.

Fatto sta che quando la curva aveva dato i suoi segnali, era stato per me possibile formulare una previsione che, me ne rendo conto, all’epoca poteva parere quanto meno bislacca, a fronte di indicatori economici in crescita, e diversi analisti possiamo dire che abbiano snobbato tali segnali.

Poi sappiamo come le cose sono andate a finire.

Personalmente ritengo che con ogni probabilità, non fosse intervenuta la pandemia in essere, una fase ribassista sarebbe intervenuta comunque, anche se più in là, verso agosto 2020, e di minor entità.

Ed ora?

In un primo momento la curva dei rendimenti di molti paesi proiettava, effettivamente, un’economia ancora in fase ribassista, indicando la probabile fine di tale fase verso il 2022.

Ma poi le cose paiono essere cambiate.

Coronavirus e curve dei rendimenti: 3 curve in esame

GERMANIA

Passiamo quindi ad esaminare tre esempi. Intanto la curva della Germania, tradizionalmente considerata uno dei principali motori economici non solo europei, ma occidentali.

curva germania

Il grafico evidenzia tre diverse curve nel tempo.

Osserviamo il tratto sino ai 3 anni, evidenziato in giallo.

La curva celeste rappresenta la conformazione che aveva un anno fa.

Notiamo il tratto ribassista sino ai 3 anni.

Poi segue la curva rossa, di un mese fa, in cui era divenuto laterale il tratto sino ad un anno, per poi continuare negativamente comunque sino ai 3 anni.

Se vogliamo, un rasserenamento di prospettiva.

Ed infine, in blu, la curva attuale, divenuta rialzista nel medesimo tratto, sia pur moderatamente.

Possiamo fornire la seguente lettura: probabilmente una proiezione di rasserenamento verso un futuro decisamente migliore sia rispetto a quello proiettato ancora prima della caduta del Dax, sia rispetto a quello proiettato anche solo un mese fa.

Vedremo nel prosieguo le probabili motivazioni.

Ma la curva dei rendimenti è un buon indicatore, anche perché ci permette di capire in un batter d’occhio, o quasi, quale sia il probabile futuro anche di realtà geoeconomiche, di cui sappiamo poco o nulla, anche solo per il fatto di una scarsa copertura da parte degli analisti.

Consideriamo ad esempio il Perù.

Chi lo conosce, economicamente parlando?

Proviamo a vedere cosa dice la curva dei rendimenti del paese sudamericano.

curva perù

Notiamo un interessante miglioramento delle dinamiche della curva attuale, rispetto a quelle passate. Dovuta ad una maggior inclinazione rialzista (linea blu rispetto a quella rossa e celeste).

E proviamo, infatti, ad andare a leggere qualche dato economico, notando ad esempio una rilevazione di un Pil su base annua attorno a metà marzo attorno al 3 per cento, ed in crescita rispetto a dati precedenti.

Coronavirus e curve dei rendimenti: il Giappone

curva giappone

È evidente anche sulla curva nipponica il passaggio da un tratto ribassista nelle curve di un anno e di un mese fa, ad un tratto rialzista sulle medesime scadenze.

Perché le curve dei rendimenti si sono invertite?

Questi fenomeni sembrerebbero un controsenso, considerando la moltitudine di articoli che parlano di recessione e catastrofi in questa fase di coronavirus.

Ovviamente la curva non ci dice perché sia orientata positivamente o negativamente.

Ma una probabile spiegazione riconduce al fatto che si tratta di un indicatore per lo più anticipatore.

Pertanto capace di guardare al di là delle opinioni catastrofiste, per puntare su quelli che ritiene i possibili effetti espansivi sull’economia delle misure prese da Fed ed altre istituzioni.

Questo spiegherebbe anche il perché di una curva particolarmente inclinata al rialzo, come quella peruviana.

Probabilmente per l’interazione significativa di molte economie del sudamericacon quella USA.

Coronavirus e curve dei rendimenti: considerazioni finali

Ed in fondo, sappiamo che i piani USA superano per entità il famoso piano Marshall. Un piano che contribuì in misura determinante a risollevare le sorti dell’economia dopo la seconda guerra mondiale.

Insomma, pare che i mercati obbligazionari stiano valutando come probabili rilevanti effetti moltiplicatori, in senso Keynesiano, delle decisioni assunte a livello di politica monetaria. Questa interpretazione mi convince maggiormente rispetto alla tesi di chi punta su alcuni miglioramenti dei dati Covid-19.

Che le curve dei rendimenti sappiano capire le sorti dell’economia meglio di tanti economisti?

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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