Conviene davvero una pensione integrativa?

pensione integrativa

È il cruccio di molti italiani, la pena di chi si appresta al congedo lavorativo. La pensione rimane ancora una grande punto interrogativo nel nostro Paese. Molti allora si domandano: conviene davvero una pensione integrativa? Molti contribuenti, terminata la propria carriera lavorativa, temono di dover fare i conti con magri importi pensionistici. È per tale ragione che in parecchi si insinua l’idea di costruire una pensione integrativa. Ci sono molti modi per realizzare un salvadanaio che funga da morbido cuscinetto economico. Chi entra nella terza età vorrebbe poter godere il frutto di anni di sacrifici e percepire una pensione che consenta di vivere felici e sereni. Sicuramente, qualsiasi sia la decisione di ciascuno, è bene che ogni scelta venga affrontata quanto prima.

Quali sono le alternative possibili

Chiunque voglia integrare l’importo della pensione erogata dall’Inps, può scegliere di creare un fondo pensione aperto o chiuso oppure un Piano Individuale Pensionistico (PIP). Questi servizi offrono l’opportunità di creare dei piani di accumulo che realizzano la pensione integrativa. L’entità degli importi viene scelta dal contribuente e, naturalmente, prima si comincia a versare la quota mensile, più basso sarà l’importo della stessa. Molti si domandano se conviene davvero una pensione integrativa e come fare per realizzarla. La risposta è semplice poiché ci sono numerose agenzie che si occupano di piani personalizzabili.

Conviene davvero una pensione integrativa? Vantaggi e svantaggi

Uno dei vantaggi più interessanti della pensione integrativa riguarda la deducibilità dalla tassazione Irpef degli importi versati. Il tetto massimo annuale della deducibilità corrisponde al valore di 5264 euro. Per decidere quanto versare ogni mese, si possono utilizzare dei sistemi informatici che permettono dei calcoli rapidi ed attendibili. In seguito a questi dati, il contribuente stabilisce l’importo da detrarre dallo stipendio. Un’alternativa potrebbe essere quella di versare il TFR. Chi, ad esempio, scegli il PIP, potrà decidere quanto e quando versare senza eccessivi obblighi. Alcuni piani di accumulo offrono la possibilità di prelevare gli importi versati in casi di necessità del contribuente, come malattie gravi e spese mediche.

Ai vantaggi si affiancano alcuni svantaggi che è bene considerare quando si sceglie in fondo integrativo. Per quanto riguarda il fondo aperto, il rischio è che non sono a capitale garantito. Questo significa che nel caso in cui dovesse fallire il fondo, si rischi di perdere la pensione. Per ovviare a tale rischio, è opportuno scegliere dei fondi piuttosto solidi ed affidabili. Quando si parla di PIP invece, uno svantaggio è la la rigidità sui versamenti: quando si versano gli importi non si possono più ritirare in caso di necessità. Il capitale investito è soggetto all’andamento dei mercati e questo comporta una dose di rischio. Inoltre, la sottoscrizione di un piano comporta dei costi di avviamento. Alcuni rischi ci sono sicuramente, ma facendo delle scelte ponderate, si può tentare di ridurli ai minimi termini.

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