Contributo sanificazione, arriva la doccia fredda, invece del 60% vi daranno il 9,38%

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Ve lo ricordate il contributo pubblico per la sanificazione delle imprese e l’acquisto di mascherine al 60%? Il Governo annunciò a primavera che potevano richiederlo gli esercenti attività di impresa, arti e professioni. E anche gli enti non commerciali, compresi quelli del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Ebbene, scaduti i termini al 7 settembre, ora che tutte le domande sono arrivate, si scopre che sono troppe. Anzi, troppissime.

Perciò, siccome la torta è sempre quella, tutti quelli che hanno fatto domanda riceveranno, come previsto quanto richiesto. Ma, visto il criterio fissato di ripartizione dei fondi che era stato fissato in anticipo dal governo parlava di “fino al 60”, non di 60%. A conti fatti, ora potranno contare su meno del 10%. Possibile che sia così? Senza dubbio, confermano dall’Agenzia delle Entrate. Gli imprenditori sono attoniti e se la stanno prendendo coi professionisti. Ma è inutile. Capiamo cosa succede, con il supporto degli esperti di Diritto e Fisco di Proiezionidiborsa.

Uno alla volta, per carità. Ma non hanno sbagliato i consulenti…

Contributo sanificazione, arriva la doccia fredda, invece del 60% vi daranno il 9,38%. È arrivata una precisazione dal direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Un annuncio he ha trasformato in una bolla di sapone i business plan fiscali delle aziende. E in barchette di carta le domande presentate dai soggetti idonei nei mesi scorsi. Una vera doccia fredda, la definiscono invece i consulenti del lavoro. Stanno subendo le ire dei clienti, che li incolpano di incompetenza. Inutile spiegare che era già stato tutto scritto con molta chiarezza e che il criterio di ripartizione dei fondi funziona sempre così.

La verità è che nessuno si aspettava tutte queste domande. Soprattutto, forse, il Ministro Gualtieri. Dunque, siccome quel che è scritto è scritto, a tutti spetta un beneficio, e verrà dato. Ma è talmente piccolo che pare quasi irrisorio. 

Contributo sanificazione, arriva la doccia fredda, invece del 60% vi daranno il 9,38%

L’Agenzia delle Entrate ha offerto un chiarimento (contenuto nel provvedimento 302831/ 2020) che ha scatenato grande costernazione. Il meccanismo previsto dal Governo tiene conto delle domande presentate per ripartire i fondi a disposizione. Certo, era possibile richiedere il 60%. Ma se sono in troppi a farlo, il contributo spettante scende a meno del 10%: 9,38538, anzi. Per esempio, un produttore alimentare che ha speso 60 mila euro, non per potenziare produttività o export, ma in sicurezza e sanificazione, cosa riceverà? Attualmente potrà contare su 5.600 euro invece che su 36.000 euro di contributo. No comment. 

La cessione delle briciole

Resta ovviamente valida la possibilità per le aziende di cedere il credito a terzi. Ma considerando le cifre ridotte e la grave crisi della nostra economia che non riparte come quella tedesca, la norma suona quasi come una beffa. Per esempio in settori come il commercio di abbigliamento, dove la merce va continuamente sanificata perché non si vende in scatola o in bottiglia. È immaginabile che saranno pochi i soggetti pronti a pagare pure i costi supplementari previsti per la cessione. È chiaro che la maggior parte utilizzerà il credito in compensazione. Anzi, chi è già pronto a leccarsi le ferite, può accomodarsi. È già possibile compilare il modello F24, da presentare esclusivamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia. Il codice tributo, citato nella risoluzione 52, è il 6917.

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