In questo contesto economico, dove conviene investire? di Gian Piero Turletti

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Che dire della situazione economica complessiva?

Questa, senza girarci troppo intorno, la domanda che molti si stanno facendo in questo periodo.

Fermo restando che in finanza ed in economia, tutto è sempre possibile, personalmente ritengo che ci troviamo in una importante fase di transizione.

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Gli USA già da tempo si trovano in una fase rialzista del ciclo economico più avanzata, rispetto ai paesi del vecchio continente, ma occorre considerare soprattutto la diversa politica monetaria seguita dalla Fed, rispetto alla BCE, che tanta parte ha nella situazione macroeconomica attuale.

Solo con le ultime decisioni, si è optato, da parte della BCE, per acquisti di titoli obbligazionari relativi anche al settore corporate, cioè emessi dalle società, senza, quindi, più limitarsi agli acquisti di titoli di stato.

Una decisione di non poco conto.

Lunedì 21 marzo – ore 12 – “Mercati e dintorni”

Il Dott. Gerardo Marciano ed il Dott. Gianluca Braguzzi illustreranno cosa attendere dai dati economici della settimana e come tradare i mercati indicando opportunità e pericoli

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Tuttavia, significativa differenza è dovuta al fatto che mentre la Fed può finanziare la spesa pubblica, acquistando titoli in fase di emissione, i più limitati poteri della BCE riguardano la possibilità di acquisti di titoli già emessi, proprio per evitare di rappresentare un canale di finanziamento.

Le prospettive sono, quindi, ben diverse, in quanto la trasmissione delle politiche di quantitative easing, come dire, a favore dell’economia reale, sono sicuramente efficaci negli USA, mentre sinora in Europa, questa funzione è sostanzialmente rimasta..come dire…compressa, limitata.

Certo, il fatto che si possano acquistare titoli di società private cambia le prospettive, ma diverso sarebbe se i poteri fossero analoghi a quelli della FED.

Quali sono, quindi, le prospettive che ci troviamo davanti?

Uno dei principali problemi è appunto quello legato alla sostenibilità del debito pubblico, perché, non dimentichiamolo, il corrispettivo della nuova moneta creata è l’emissione di titoli di stato.

Personalmente, ritengo abbastanza fondata l’opinione di chi ritiene che, ad un certo punto, uno stato potrebbe anche finanziarsi con emissione di nuova moneta, senza correlata emissione di titoli di stato, recuperando una sorta di sovranità monetaria decorrelata dalle banche centrali, se questo viene fatto nella giusta misura, proprio perché a fronte della nuova massa monetaria, potrebbe ingenerarsi creazione di maggior valore, in forma di creazione di beni e servizi e, quindi, nuova moneta entrerebbe nel sistema senza particolari spinte inflattive.

A prescindere da queste ipotesi, come dicevo anche a proposito dell’oro, la curva dei rendimenti evidenzia come, tutto sommato, anche il vecchio continente, cioè l’Europa, stia andando incontro ad un recupero di fase rialzista, che potrebbe rilanciare le prospettive di crescita economica.

Considerando, poi, la particolare situazione italiana, non va mai dimenticata la ricchezza espressa in forma di asset finanziari, cioè riserve valutarie, riserve auree e partecipazioni societarie, e probabilmente non è solo una boutade propagandistica la previsione di ridurre addirittura il debito pubblico.

Certo, permangono alcuni problemi tecnici, come quello di definire diverse questioni relative alle nostre riserve auree, ma tutto sommato credo che, tra luci ed ombre, si possa essere favorevoli ad un certo ottimismo, perché probabilmente la luce del tunnel è più vicina di quanto si pensi anche da un punto di vista macroeconomico e probabilmente il peggio è alle nostre spalle.

Lo dimostra, come dicevo, la curva dei rendimenti, positivamente inclinata nella maggior parte dei paesi occidentali.

Proprio a tale riguardo, ed a dimostrazione della sua efficacia, non va dimenticato che, però, la curva evidenzia, non a caso, prossimi problemi in alcuni paesi, tra cui, ad esempio la Grecia, a dimostrazione che i mercati non credono ad una soluzione strutturale dei problemi in quei paesi, ma ritengono che, a parte una situazione di temporanea stabilità, a medio termine i problemi potrebbero ripresentarsi.

Ho voluto riferire il caso greco, anche per non dimenticarci delle possibili crisi di ritorno, che potrebbero tornare di attualità mediatica tra un po’ di tempo.

Come dicevo uno scenario con diverse luci, certo, ma anche con qualche ombra.

 

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