Conte tra due fuochi: prospettive e scenari

Conte

Vogliamo approfondire, in questo articolo, le prospettive che si vanno delineando sullo scenario politico italiano e, di conseguenza, cosa dovremmo attenderci per il prossimo futuro.

Cosa attende l’economia e la politica italiana? MES  sì o MES no? Ed il Recovery Fund?

Pace o rottura tra PD e pentastellati?

Conte tra due fuochi: prospettive e scenari

Lo dico chiaramente. Da tempo non sospetto sostengo che solo una completa rivisitazione di certi meccanismi della politica monetaria e del debito pubblico, possano impattare in modo strutturale e definitivo su determinate situazioni, come spiego qui.

Ma, preso atto che di determinate riforme neppure si parla, non resta che accettare il quadro attuale, ancora ispirato ai criteri che hanno sovrinteso e tuttora sovrintendono a Maastricht.

Il che comporta domandarsi, nella attuale situazione, come possa procedere questo esecutivo per far quadrare i conti e quali ostacoli incontri sul suo cammino.

Come detto sopra, Conte si trova soprattutto tra due fuochi, rappresentati, principalmente, dal PD da un lato e dai pentastellati dall’altro.

Vediamo perché.

La posizione pentastellata

La posizione dei cinque stelle era ed è caratterizzata da una piattaforma programmatica ed elettorale, che puntava soprattutto a disconoscere taluni punti dell’intesa con le istituzioni europee, per quanto concerne i temi economici.

In questa fase di estrema incertezza, taluni poi sentono avvicinarsi nuovi venti elettorali e, quindi, a maggior ragione in questi periodi ci si ricorda maggiormente di determinate promesse.

Come quelle che esprimevano una netta contrarietà al MES.

Non a caso Crimi, nuovo capo dei 5 stelle dopo Di Maio, ha richiamato questa posizione, parendo voler pronunciare una parola definitiva sulla questione, all’insegna del no al MES e non se ne parli più.

La posizione del PD

Quanto alla posizione del PD è presto detta: diametralmente opposta a quella dei 5 stelle sui fondi europei.

Ecco perché Conte si trova principalmente tra due fuochi.

Ma il problema di Conte è che, se rispetta la posizione pentastellata sul MES, dovrà trovare fonti finanziarie alternative. E qui cominciano (si fa per dire, in realtà i problemi sono nati già prima) le dolenti note.

Anche perché la trattativa sugli altri fondi europei, riconducibili al Recovery Fund, non pare molto ben messa, tra possibili condizionalità e nuovi veti pentastellati a queste ultime.

Le alternative di Conte

Non va dimenticato che tra i programmi elettorali dei 5 stelle non era presente solo la contrarietà al MES. In generale, la contrarietà ad appesantire la pressione fiscale dei cittadini ed a eventuali misure, richieste in sede UE, parimenti ritenute contrarie ai nostri interessi, se tali da rappresentare sacrifici per i cittadini.

Ma, soprattutto ora che potrebbe riaffacciarsi una nuova fase elettorale, parlare di tasse et similia non piace certo alla stragrande maggioranza dei politici, non solo ai cinque stelle. Viste le frizioni nell’ambito della attuale maggioranza (e non solo sul MES, si pensi ad esempio al dossier delle concessioni autostradali), .

Cosa farà quindi Conte?

Anche la prospettiva del recovery fund, come detto, potrebbe scontrarsi con possibili condizionalità, che gli altri partners europei potrebbero richiedere al nostro paese.

E, quindi, con la posizione pentastellata contraria a riforme che, in qualche modo, possano andare a discapito della posizione sociale ed economica dei cittadini.

Comunque in questo periodo si sono moltiplicate le ipotesi di misure economiche e finanziarie, e chi più ne ha, più ne metta. Le proposte di prelievi e di patrimoniali, che tuttavia, come abbiamo detto, difficilmente potrebbero essere varati soprattutto in una fase potenzialmente preelettorale. E la proposta, poi effettivamente varata, di titoli di stato con nuove caratteristiche, per finanziare ancora tutto in deficit.

L’altra possibile alternativa è sperare in qualche maggior risultato nella lotta all’evasione, ma difficilmente realizzabile.

Oppure puntare su una fase di ripresa economica al galoppo, che pure pare rientrare più nel mondo dei sogni, che delle possibilità concrete, soprattutto se non si vara una politica di generale defiscalizzazione.

Proprio anche per tutti questi motivi, penso che l’unica vera alternativa sia quella di una riforma della politica monetaria.

Difficile, quindi, se non impossibile, per il premier, riuscire ad uscire dal pantano di posizioni contrapposte. In cui pare andarsi sempre più a cacciare il suo esecutivo. Ecco spiegato, quindi, anche il principale motivo per i rinvii annunciati da Conte.

Vedremo se Conte riuscirà ad uscire dalle sabbie mobili della politica italiana, o se si andrà, come qualcuno ritiene sempre più probabile, verso nuove, inevitabili elezioni generali.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Consigliati per te