Consumatori tedeschi al banchetto, quelli francesi si eclissano

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In piena Oktoberfest, il dato sul clima tra i consumatori tedeschi non poteva deludere.
E infatti è uscito ancora una volta sopra la soglia critica di 10 sopra la quale si è attestato da tempo e perfettamente in linea con le attese.

Quando sulla Brennero si vedevano scendere fiumane di grandi Mercedes e BMW per noi italiani era segno che l’estate era arrivata e che le nostre spiagge si stavano per riempire di bionde criniere teutoni.

Ora i tedeschi, molto diminuiti nel numero che sceglie l’Italia, arrivano per lo più in areo.
Ciò non toglie che i consumi interni restino componente fondamentale per l’armonica crescita della Germania, magari meno bionda che in passato, ma comunque popolo che in qualche modo si sta prendendo in campo economico la rivincita delle guerre  (fortunatamente) perse sui campi di battaglia.

Di pari passo si attendeva il dato sui consumi francesi. Ebbene questo dato è stato oscurato…
Come non pensare che fosse talmente brutto, specie se comparato a quello germanico, che lorsignori abbiano ritenuto di evitarne la pubblicazione.

Pare scontato che se il certosino Macron si spinge a richiedere un debito sino al 2,8% con la sua nuova manovra fiscale, deve per forza essere a conoscenza di dati macro-economici interni per nulla brillanti.

La strada dell’investimento pubblico (che pare preclusa all’Italia per la montagna di debito accumulata in passato) è in effetti l’unica strada, direi l’unico motore in grado di riavviare un ciclo economico favorevole.

Si creano posti di lavoro riducendo nel contempo la disoccupazione, questo produce maggiore reddito disponibile e di conseguenza maggiori consumi, i consumi alimentano la produzione che a sua volta favorisce la creazione di nuovi posti di lavoro questa volta in ambito privato …e così via, il gioco è fatto e lo spettro della crescita zero o peggio della recessione allontanato, è talmente semplice che non occorre essere néstatisti né economisti per arrivarci.

Macron è stata la figura giovane e piacente messa dai potentati a contrastare l’avanzata delle forze di ribellione all’Unione europea in stile Farage/Brexit, è normale che ora per non affossarlo politicamente possa godere di concessioni e favoritismi ad altri preclusi.

Anche la Spagna pare intenzionata a seguire lo stesso percorso: con la disoccupazione incamminata sul percorso greco , ancora più che in Francia , in terra iberica è necessario intervenire con rapidità e decisione per evitare che la crisi, mai definitivamente superata, si ripresenti e annulli in un batter d’occhio gli ultimi trimestri che invece a livello di PIL sono stati soddisfacenti.
Ma, sappiamo bene come senza occupazione,  non dico piena, almeno oltre il 93/94% della forza lavoro disponibile ogni ciclo economico abbia il fiato corto e possa interrompersi ed invertirsi in qualsiasi momento.

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